«Il male subito due volte: quello fisico, terribile, mortale; e quello morale, devastante, per una verità che non arriva e per una giustizia lenta. – ha detto dopo la conferenza stampa della famiglia Regeni Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana- Una giustizia troppo più lenta della velocità del cuore e della mente di due genitori che devono già fare una fatica enorme ad accettare ciò che è accaduto. Accettare che un figlio è stato torturato fino alla morte. Ecco perché servono risposte urgenti, concrete e immediate. Da parte dell’Egitto, certamente, e da parte del governo italiano, che deve fare qualunque cosa per ottenere verità e giustizia. Qualunque cosa – conclude Fratoianni – anche ritirare immediatamente l’ambasciatore italiano al Cairo, perché c’è l’intero popolo italiano che vuole la verità e i responsabili, e non intende farsi prendere per i fondelli da quel regime».

Gli fa eco Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari Esteri del Senato «L’Italia sta aiutando l’Egitto nella cooperazione economica e commerciale, siamo impegnati insieme a loro nella lotta al terrorismo e proprio per questo siamo indisponibili a verità di comodo su Giulio Regeni. Fino ad ora hanno balbettato; hanno pensato di propinarci, anche con qualche goffa ricostruzione, una storia che non stava in piedi. Adesso il nostro spingere nella direzione della verità non può che andare di pari passo con l’interesse egiziano». Tutto il mondo guarda all’Egitto, ha specificato, «e anche per questo devono capire che questa vicenda non può essere in alcun modo minimizzata».