Segretario Nicola Fratoianni (di Sinitra italiana, ndr), ha proposto a Insieme di iniziare a lavorare alla lista per le politiche. Quando vi vedrete?

L’ho proposto anche a Civati e alle forze del Brancaccio, che per noi restano un riferimento centrale. Fin qui stiamo dando un brutto spettacolo. Rendiamo complicato quello che nella testa di tanti è semplice: costruire rapidamente una lista su un programma chiaro, alternativo alle destre, a M5S e al Pd. Un ’quarto polo’ che faccia quello che ci chiedeva Stefano Rodotà: invertire la rotta delle politiche di questi anni. Dunque incontriamoci presto, confrontiamoci da subito sui problemi che restano aperti.

Lei un problema lo ha già indicato. Pisapia, ha detto, ’non è il mio leader’. Ma Pisapia è il leader di Bersani.

Pisapia non ha il profilo adeguato a rappresentare la proposta che ci unisce. E cioè quello di un cambiamento profondo rispetto al recente passato. Non c’è nulla di personale, naturalmente in questo giudizio. Oggi dobbiamo ragionare di leadership collegiali. E comunque nessuno può pretendere di imporre un leader al di fuori di meccanismi democratici. Ma non è questo il punto.

E qual è il punto?

Il punto è il progetto. Il ’compagno Tabacci’ dice una cosa vera: il centrosinistra senza Pd è un ossimoro. Sono d’accordo. Infatti serve una proposta chiara e alternativa al Pd. A quelli che dicono che solo con il Pd si può fare argine contro le destre ricordo che era la tesi della scissione di Gennaro Migliore. Ma spostarsi da una lista all’altra non ha arginato proprio niente, anzi vedo una destra in crescita. Bisogna cambiare rotta. Oggi si approva alla camera la legge Fiano contro i rigurgiti fascisti. Ma se al senato poi si cancella lo ius soli la Fiano rischia di essere inefficace: per combattere l’arretramento e i rigurgiti bisogna costruire elementi di immunizzazione del corpo sociale.

Ma Insieme punta a un qualche centrosinistra, benché «innovativo», non al ’quarto polo’.

Se quel centrosinistra «innovativo» è, come dicono, alternativo al Pd, la questione è di lana caprina. Parlano di “centrosinistra” per dialogare con il mondo cattolico? Molti cattolici, ispirati da papa Francesco, non sono identificabili in politica con il ’centro’. Non siamo più negli anni 90, quel mondo è cambiato e avanza richieste molto radicali. Dobbiamo fuggire da una discussione politicista. E ricostruire una prospettiva che incida nella vita delle persone, nel paese prima che nella rappresentanza politica.

Lei ha proposto a Mdp iniziative comuni sulla legge di bilancio. Le hanno risposto?

Il governo Gentiloni è in piena continuità con quello Renzi e su molte questioni lo ha superato in peggio, dai migranti alle politiche sociali. Credo che Mdp non abbia più ragioni per continuare a appoggiare al governo. Sarebbe difficile alla vigilia delle elezioni costruire credibilmente una proposta alternativa al Pd per chi continua a votarne i provvedimenti. O peggio dando l’idea di volerne poi appoggiare un altro governo con le stesse carattistiche.

Resta che Cp il ’quarto polo’ non lo vuole. Vedasi Sicilia. Lì un insuccesso del Pd potrebbe cambiare le carte in tavola?

Non sono indifferente a quello che succederà al Pd in Sicilia ma il punto non è questo: come abbiamo fatto in Sicilia, a livello nazionale dobbiamo investire in una proposta unitaria, plurale e alternativa.

Ma Pisapia non ci starebbe.

Se la sua scelta alternativa al Pd è definitiva il problema nominalistico si può superare. Inutile mettersi reciprocamente il cappio al collo. La dico così: costruiamo un’alleanza la più larga possibile. Non ho la passione per la purezza ideologica, ma per la vita reale. Usciamo dai confronti fra vertici, recuperiamo la partecipazione. Sabato scorso ero alla manifestazione di Bologna per riaprire il centro sociale Labas, c’erano quindicimila ragazzi e ragazze che ragionavano di beni comuni. Dobbiamo uscire dalle nostre dinamiche e parlare anche a loro.

Quando parla di lista unica include Rifondazione che attacca quotidianamente tanto Pisapia quanto Bersani e D’Alema?

Non mi rassegno all’idea che ci debbano essere più liste a sinistra. Confrontiamoci ancora, nella chiarezza, certo, e senza rimuovere le ragioni delle critiche passate. Ma immobilizzarci in base al passato sarebbe un errore grave.

Volete tornare insieme ai compagni da cui vi siete scissi all’ultimo congresso, quelli di Pisapia? Le ragioni di quella scissione sono superate?

In realtà alcune di quelle ragioni ancora fatico a capirle. Alcuni di loro lamentavano l’impossibilità di contendere la leadership di Sinistra italiana. E oggi vogliono imporre quella di Pisapia definendola indiscutibile e insindacabile. Comunque, mettiamo da parte il rancore. Dobbiamo rappresentare il nostro popolo. La principale cosa che serve è la chiarezza.