Onorevole Nicola Fratoianni (neosegretario di Sinistra italiana, ndr), voterete il testamento biologico insieme al Pd e ai 5 stelle?

Finalmente questa legge arriva in parlamento. Avremmo voluto fare di più, ma come è già accaduto sulle unioni civili siamo convinti che questa legge sia un passo avanti. Vigileremo perché l’ostruzionismo delle forze più bigotte non ne impedisca l’approvazione.

Come succede invece con lo ius soli.

Ci battiamo perché il testo sullo ius soli arrivi in aula. Ma ricordo che all’ultima capigruppo è stato il Pd a impedirlo.

Sui voucher invece siete impegnati nella campagna per i sì sul referendum.

Da 45 giorni chiediamo che il governo faccia il suo dovere: calendarizzare il referendum, meglio se in un election day che fa risparmiare soldi e aiuta la partecipazione. Abbiamo presentato una legge per l’abolizione dei voucher, l’unica che può superare il quesito. Non voteremo nessun pasticcio, come la proposta di riforma del ministro Poletti.

Le chiedo ancora delle distanze dal Pd e dalle altre sinistre in parlamento: avete annunciato il sì alla mozione di sfiducia dei 5 stelle contro il ministro Lotti. Non si tratta di una scelta non garantista?

No. È una scelta a tutela delle istituzione. La vicenda Consip squarcia il velo di un’enorme questione morale che c’è nel nostro paese: una continua e insistente commistione fra interessi pubblici e affari privati. Il ministro Lotti dovrebbe fare un passo di lato. Non chiedo che non faccia politica, chiedo che non stia nelle istituzioni. Abbiamo proposto una legge che vieta il finanziamento alla politica da parte di chi a qualsiasi titolo ha interessi nella pubblica amministrazione, appalti o altro: se sono in buona fede perché non la votano? Sull’inchiesta la magistratura farà il suo lavoro, ma la questione è enorme e interroga anche la politica. Se poi Lotti dimostrerà la sua innocenza niente vieterà al governo di riportarlo al suo posto.

Eppure non tutte le volte avete scelto questa linea.

Queste valutazioni si fanno caso per caso. Il merito di quest’indagine parla di un’enorme questione morale .

Pisapia chiede al Pd di sapere se vuole rifare il centrosinistra o no. A voi la risposta interessa?

Noi chiediamo al paese e a tutti di discutere su proposte di merito. Oggi serve una misura di sostegno al reddito e tornare a porre il tema della riduzione dell’orario di lavoro. E una politica di investimenti pubblici. Confrontiamoci. Ma le alleanze di cui si parla in questi giorni prescindono da un confronto di merito.

Comunque lei ritiene che il governo del Pd non vada nel senso delle sue proposte.

No. Anzi, Gentiloni si pone il problema della redistibuizione della ricchezza in senso del tutto opposto. Si inventa un flat tax che consente a chi è straricco di pagare lo zero virgola. Io lavorerò a costruire il massimo dell’unità e delle convergenze. Ma oggi è necessario costruire una proposta radicalmente alternativa. Basterà a vincere? Forse no, ma è l’unica strada per uscire dalla crisi della sinistra ed evitare di regalare consenso alla destra.

Insomma il ’nuovo centrosinistra’ di cui parla Pisapia e anche Orlando non la interessa.

Fatta così la discussione è surreale. Che c’è di nuovo in un centrosinistra con Andrea Orlando che ha votato tutti i provvedimenti di Renzi senza battere ciglio? Il punto è il merito su cui si costruisce un’alternativa. Se la politica, anzi se la sinistra non si pone su un piano della concretezza e di una nuova proposta radicalmente diversa, la discussione non ha senso. La risposta alla barbarie è innanzitutto capire perché la barbarie dilaga. Se Salvini guadagna consensi è perché investe sulla disperazione sociale. Il decreto Minniti che arriva al voto della camera è l’esempio di quello che non andrebbe fatto, il cedimento culturale della sinistra alla destra.

Walter Veltroni propone una manifestazione per l’accoglienza, come hanno fatto a Barcellona. Voi partecipereste?

È una bellissima idea. Porre un argine all’odio che Salvini sparge a piene mani ogni giorno è un impegno sacrosanto. Ma non sta insieme al decreto Minniti, e cioè a un’idea di gestione dell’immigrazione fondata sul respingimento e sull’espulsione.

Quindi non partecipereste?

Ho molti dubbi che una manifestazione del genere possa essere costruita con chi in parlamento vota in senso opposto.

A proposito di Salvini, gli scontri di Napoli non sono un regalo alla sua propaganda?

Innanzitutto la mia solidarietà al sindaco De Magistris, oggetto di un attacco concentrico dalla destra a Renzi. Questo è un paese curioso: se un gruppo di cittadini blocca una strada per impedire che arrivino delle donne e dei bambini migranti lo stato consente che succeda e anzi decide di non portare più lì quelle donne e quei bambini. Quando il sindaco di una grande città pone il problema di una presenza che è una continua provocazione, è colpa del sindaco. Ciò detto, non ho difficoltà a dire che la coda della manifestazione è stata un errore e un regalo a Salvini. Ma non possiamo non dire che in nome della libertà di parola si consente a chiunque a dire la qualunque. Se Erdogan chiedesse di parlare in Italia, noi glielo consentiremmo, a differenza di quanto ha fatto la Germania e l’Olanda?

Lei non avrebbe fatto parlare Salvini a Napoli?

Sì, ma lo avrei contestato senza dubbio. Pacificamente, come ha fatto quasi tutta la manifestazione napoletana.