È l’emendamento Ac 2790-bis, messo a punto anche dal responsabile economico di Sinistra Italiana Giovanni Paglia. Sul modello spagnolo, prevede l’introduzione di una «imposta ordinaria sostitutiva sui grandi patrimoni» a partire «da una base imponibile di 500 mila euro».

Il parlamentare di Leu Nicola Fratoianni

Nicola Fratoianni, lei è il primo firmatario dell’emendamento che punta a introdurre una patrimoniale anche in Italia. A differenza della norma spagnola – 1% sui patrimoni sopra ai 10 milioni di euro – si propone di partire da 500 mila euro con aliquota allo 0,2%; salendo allo 0,5% sopra il milione; all’1% sopra i 5 milioni; 2% sopra i 50. Ma al primo articolo cancella l’Imu sulle seconde case: non è un controsenso?
La proposta che avanziamo ha due obiettivi: mettere ordine in un sistema fiscale irrazionale e frammentato è il primo. Ogni volta che si parla di patrimoniale ci viene risposto: “Ma in Italia esistono già micropatrimoniali più o meno nascoste”. E allora noi partiamo eliminando l’Imu che colpisce anche famiglie senza grandi patrimoni. Il secondo obiettivo è di introdurre un prelievo fortemente progressivo che vuole in modo graduale colpire i patrimoni dei più ricchi per finanziare la spesa sociale.

Si parla di un gettito previsto di circa 18 miliardi l’anno.
Ho sentito qualcuno sostenere che sia una cifra non molto rilevante. Ma faccio notare che in Italia manca completamente una anagrafe patrimoniale – che invece è giustamente prevista per parlamentari e politici che devono dichiarare ogni anno ogni cambiamento – e che questo è il momento di metterla a punto per tutti e che probabilmente così scopriremo qualche altro paparone e il gettito sarà più ampio.

L’emendamento, oltre che dai parlamentari di Leu, è stato firmato da molti esponenti del Pd – Matteo Orfini, Chiara Gribaudo, Giuditta Pini, Fausto Raciti, Luca Rizzo Nervo – che rappresentano la sinistra del partito. Quali reali possibilità di essere approvato in legge di bilancio ci sono?
Vediamo cosa succede nel cammino parlamentare e quali saranno le posizioni espresse da governo e relatori. Ci aguriamo ci sia disponibilità a discutere di un tema che è ormai globale. Oltre al governo Sanchez-Iglesias e tanti economisti a partire da Piketty, anche 83 super ricchi a luglio hanno scritto una lettera Forbes per chiedere «forme permanenti e sostanziose» per combattere le disuguaglianze aumentate con la pandemia.

Brilla però l’assenza di firme del M5s. Avete discusso del tema con alcuni di loro?
Non ci sono state interazioni specifiche con esponenti del M5s, ma mi auguro che arrivino a conferma della trasversalità del tema. Serve assolutamente ribaltare una lunga subalternità culturale durata decenni su questo tema. Ogni volta che si parla di tasse si può solo dire che “vanno abbassate”. Invece nel mondo sono ormai tantissimi a dire che le tasse ai ricchi vanno aumentate per la semplice constatazione che la diseguaglianza aumenta così come i poveri e che così non si può andare avanti.

Insisto sul M5s. Le prime reazioni alla proposta sono negative. Come se lo spiega? Perché neanche la sinistra del Movimento appoggia un’idea largamente condivisa nel mondo?
Credo che il M5s abbia difficoltà a trovare un’identità diversa come tutti i movimenti populisti che avevano archiviato la distinzione fra destra e sinistra. C’è il rischio che il M5s si proponga come un partito neo-centrista che aspiri solamente a rimanere al potere mentre specie in questo momento servirebbe una sterzata a sinistra. È lo stesso problema che ha il governo: seppur lo continuo a sostenere perché credo che sia il punto d’equilibrio politico più avanzato di cui disponiamo in questo momento, manca di impianto strategico e del coraggio di scelte radicali.

La vostra proposta arriva a pochi giorni da un possibile e delicato voto sull’uso del Mes ed è probabile che il governo vi risponda che il tema della patrimoniale vada affrontato nella riforma fiscale in programma per il prossimo anno.
Il Mes non è in diretta connessione con la nostra proposta, sono binari paralleli. Dico al governo che se vuole ritardare la discussione fino alla riforma fiscale assieme al tema della web tax contro i colossi alla Amazon e al tema dell’evasione fiscale posso anche essere favorevole, a patto che sia una discussione vera. Non ci vengano a dire però che non è una priorità! Mi viene da ridere, se ne parla ovunque: se non ora, quando?