Le frasi antisemite di Enrico Michetti, rivelate ieri dal manifesto, scatenano una bufera sul candidato del centrodestra a Roma. E proprio nel giorno in cui Giorgia Meloni, in un’intervista, aveva detto che nel Dna di Fratelli d’Italia «non ci sono nostalgie fasciste, razziste, antisemite».

«Michetti si vergogni», attacca il deputato del Pd Emanuele Fiano che cita la frase di Michetti del febbraio 2020 (contenuta in un intervento sul sito di Radio Radio che ieri è magicamente scomparso) sulle vittime di altri massacri dimenticate «perché non possedevano banche e non appartenevano a lobby capaci di decidere i destini del pianeta…». «Frasi che fanno parte del peggiore patrimonio dell’antisemitismo che ha insanguinato l’Europa tra gli anni trenta e quaranta del secolo scorso, accompagnando milioni e milioni di persone alle camere a gas e poi ai forni crematori.

In sostanza Michetti dice: si parla di più della violenza degli ebrei, perché in fondo una ragione c’era, erano i più ricchi e i più potenti. I miei nonni gasati ad Auschwitz erano molto più poveri di lei Michetti, mio zio e mia zia idem». «Spero che ti vergognerai per il resto della tua vita di queste parole», dice Fiano. «Non ho pietà per adulti, acculturati, che nel 2020 dicano una frase del genere. Non accetterò scuse. Non meritate scuse. Sono le frasi che venivano utilizzate da Goebbels, da Mussolini, da Hitler, nel Mein Kampf, nei Protocolli dei Savi Anziani di Sion. Giorgia Meloni ha detto che manderà via chiunque nel suo partito avrà tracce di razzismo o antisemitismo. Può cominciare».

Interviene anche la presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello: «Le parole di Michetti sono pericolose e nascondono un inquietante pregiudizio. La Shoah è il paradigma del male e il male va combattuto senza ambiguità di nessun tipo». La presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni parla di «scandalose considerazioni sulla Shoah del candidato sindaco del centrodestra».«Il pensiero che le nostre istituzioni cittadine siano guidate da persone il cui pensiero è intriso di pregiudizi fa tremare».

Tobia Zevi (già candidato alle primarie del centrosinistra a Roma): «Da cittadino romano di religione ebraica ripeto ciò che dissi la prima volta che ho ascoltato Michetti: mi preoccupa una sua possibile elezione. Intendo valutare con i legali se ci siano gli estremi per sporgere denuncia ai sensi della legge Mancino». Zevi invita Meloni a prendere le distanze dal candidato: «Hai l’occasione per dimostrare la tua sincerità dopo le parole dette sul fascismo».

Anche Carlo Calenda non ha dubbi: «Questo “articolo” di Enrico Michetti è molto più grave delle solite stupidaggini su Roma. Ripetere i luoghi comuni dell’antisemitismo non è tollerabile». Alessandro Onorato, coordinatore della lista civica di Gualtieri, scrive: «Legare il popolo ebraico alle lobby o alle banche è un vecchio cliché a cui la destra continua a strizzare l’occhio. Michetti chieda scusa per le sue affermazioni indegne che trasudano antisemitismo».

Il candidato della destra prova a uscire dall’angolo. «La Shoah è stata unica nella sua disumanità contro uomini e donne che non avevano nessuna colpa, il punto più basso della storia. Ricordare altre tragedie della storia non aggiunge o toglie nulla all’Olocausto che rappresenta un unicum che ci deve aiutare a riflettere ed agire contro ogni forma di razzismo e discriminazione».

Poi prova il contropiede: «Mi impegno a sottoscrivere insieme alle liste che mi sostengono un appello a sostegno dello Stato d’Israele, baluardo di democrazia in Medioriente. Chiedo a Gualtieri e alle liste che lo appoggiano se sono pronti a fare altrettanto». «La sinistra strumentalizza tutto perché ha paura di perdere al ballottaggio», la reazione del deputato di Fdi Paolo Trancassini.

«È indubbia la vicinanza alla comunità ebraica di Michetti così come la sua condanna di tutti i totalitarismi». Surreale la difesa di Ilario Di Giovambattista, direttore di RadioRadio e supporter del candidato di centrodestra: «In quell’intervento chiedeva lo stesso riguardo per le vittime della Shoah e delle Foibe. E faceva i complimenti agli Ebrei che sanno difendere la propria identità grazie alle spiccate capacità di fare lobby e di essere i leader della finanza. Cose indiscutibili». Di fatto una conferma dei pregiudizi antisemiti.