«Prima disegno a olio poi i lavori su carta, attraverso la tavoletta grafica, diventano graffiti digitali: la gestualità manuale traslata nel video» così nasce Lighting flowers, progetto di video installazioni che Franz Cerami porta per una sola notte nelle periferie del mondo (producer Alfredo De Dominicis). «Sono pitture in movimento proiettate su piloni dell’autostrada, palazzoni, vecchie fabbriche abbandonate – spiega Cerami -. Cominciamo col buio, intorno all’una, e andiamo avanti per circa sei ore. Documentiamo tutto perché quello che ci interessa è l’interazione con l’ambiente e anche con chi attraversa i luoghi». Il progetto è cominciato l’anno scorso a Napoli, poi al Corviale di Roma, il prossimo settembre sarà la volta di Erevan, in Armenia: «Facciamo molti sopralluoghi in zone suburbane per trovare la struttura giusta su cui fare le proiezioni, senza traffico eccessivo, poco illuminata. Montiamo le attrezzature e il grigio del cemento si trasforma in fiori di luce: a differenza dei grandi centri, dove ci sono più servizi, le periferie sono luoghi spesso deserti che finiscono per mettere in circolo un grande malessere generale. Io e la mia crew, invece, per una notte intera sprigioniamo colori».

A NAPOLI sono stati scelti i piloni dove passa la metro Circumvesuviana nel quartiere di Gianturco: «Un’auto all’improvviso si ferma – racconta Cerami -, scende una signora che ci urla “mi avete fatto una foto, chi vi ha autorizzato”. Era furiosa. Alla fine siamo riusciti a spiegare che stavamo proiettando immagini alle sue spalle e lei, al compagno in macchina, “Gennaro esci dall’auto!”. Per un attimo abbiamo avuto paura della loro reazione, invece volevano farsi una foto: “Genna’ è l’arte!”». Il progetto è promosso dall’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, in collaborazione con Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della fondazione Terzo Pilastro, e la casa editrice Editoriale Scientifica, responsabile scientifico Paola Villani. Dopo Erevan, sarà la volta di Berlino, Madrid, Palermo e San Pietroburgo. Infine, una mostra la prossima primavera: «Sarà la narrazione dell’esperienza vissuta, operatori e abitanti delle periferie ugualmente partecipi dell’operazione: creare uno spazio illusorio, fantastico, una forma più completa rispetto al reale».