«I miei eroi non compaiono mai sui francobolli». Così cantava Chuck D dei Public Enemy nell’inno rap “Fight The Power” nell’ormai lontano 1990. Il rapper si lamentava del fatto che gli idoli della cultura e della politica afro-americana non erano celebrati come i protagonisti della società bianca e i francobolli ne erano una prova sostanziale. Quella frase divenne un motto molto diffuso e alla fine il servizio postale americano rimediò, in parte, 9 anni dopo dando alle stampe un francobollo con il volto di Malcolm X, il personaggio che aveva ispirato il verso di quella canzone. Per i Public Enemy era comunque troppo poco e troppo tardi tanto che nel 2012 pubblicarono un album dal titolo “Most of my heroes still don’t appear on no stamp” (“Gran parte dei miei eroi continuano a non comparire sui francobolli”). Al di là delle sfuriate di Chuck D, gli intrecci tra musica e filatelia sono più frequenti e curiosi di quanto si possa pensare.

Negli USA la prima rockstar a essere celebrata con un francobollo fu, nel 1993, Elvis Presley. Per scegliere il disegno fu indetto un referendum popolare tra due ritratti. Il primo rappresentava il cantante nei suoi anni giovanili ed era realizzato dall’artista Mark Stutzman. L’altro, firmato da John Berkey, rappresentava invece la star tutta lustrini degli anni ’70. Al sondaggio (ovviamente via posta) parteciparono più di un milione di americani. La questione suscitò un dibattito accesissimo nell’opinione pubblica. Bill Clinton si schierò per il giovane Elvis, i membri del Congresso si divisero da una parte o dall’altra e qualche conservatore bacchettone contestò l’idea di dedicare un francobollo al moralmente discutibile re del rock’n’roll. Alla fine il voto parlò chiarissimo, più del 75% dei partecipanti alla sfida scelse l’Elvis giovane. L’emissione, da 29 centesimi, fu il più grande successo nella storia della filatelia americana. Ne vennero venduti 125 milioni di esemplari. Fu un trionfo per le poste americane e un fallimento per i collezionisti, visto che la massiccia diffusione rende il francobollo a tutt’oggi sostanzialmente senza valore e su internet lo si può acquistare a meno di un dollaro.

Il seguito dell’iniziativa fu tale che lo United States Postal Service decise di proseguire pubblicando una serie chiamata “Leggende della musica americana” che ha visto nei quadratini dentellati Buddy Holly, Bill Haley, Louis Armstrong, Dinah Washington, Thelonious Monk, Leadbelly e Woody Guthrie. Nel 2007 è arrivato il tributo al grande Frank Sinatra. In questi anni le poste a stelle e strisce hanno inaugurato un’altra serie di emissioni chiamata “Music icons” che ha visto per ora protagonisti Johnny Cash, Ray Charles e la leggenda della musica “tejano” Lydia Mendoza. Per suscitare un maggiore interesse nei collezionisti alcune di queste edizioni sono state a tiratura limitata. Quest’anno anche Jimi Hendrix ha avuto finalmente la sua affrancatura. La scelta dell’immagine è stata particolarmente elaborata. I responsabili dell’USPS ci hanno messo circa tre anni a decidere il ritratto che meglio rappresentasse il musicista di Seattle, alla fine hanno scelto un disegno psichedelico (elaborato dall’artista Rudy Guttierez e dal designer Greg Breeding) con la sua leggendaria chitarra e la sua insostituibile sciarpa al collo. «E’ un onore – ha detto la sorella di Hendrix – e sarà un costante ricordo di chi era Jimi e di chi continua ad essere nelle nostre vite. D’ora in poi userò solo questo francobollo». E’ circolata voce che un prossimo ritratto di questa serie sarà dedicato a John Lennon. La notizia ha suscitato diverse critiche perché si tratterebbe di un tributo a un personaggio non statunitense. «Cerchiamo sempre di concentrarci su persone americane o su fenomeni americani – ha spiegato Susan McGowan responsabile della filatelia dell’USPS -, ma ci interessa anche quello che ha influenzato la cultura americana. I Beatles e John Lennon hanno avuto un enorme impatto sul nostro paese». In effetti già nel 1999 il servizio postale americano aveva onorato la band con un francobollo che rappresentava lo storico sottomarino giallo. La McGowan ha preannunciato inoltre il ritorno di Elvis con la promessa di ripetere un’iniziativa pubblica come il referendum popolare del 1993. In fondo il re è sempre il re.

Se i Beatles hanno ancora qualche inspiegabile resistenza negli USA, sono stati ampiamente celebrati dalla britannica Royal Mail che nel 2007 ha messo in commercio sei francobolli raffiguranti le copertine degli album dei Fab Four. Ma in giro per il mondo, il rock e le poste vanno molto d’accordo poiché rappresentano un ottimo modo per far cassa rivolgendosi a due universi di collezionisti, i fan musicali e filatelici. Così si possono trovare una serie di affrancature del Congo e del Rwanda dedicate a Jim Morrison, una ricca serie di ritratti di John Lennon disegnati dall’artista Yuan Lee per le emissioni postali di Antigua e Barbuda, i Led Zeppelin in un bollo della Sierra Leone, oppure un’intera collezione della Georgia (caucasica non americana) con i ritratti di Kurt Cobain, Aerosmith, U2, Rolling Stones, Metallica, Queen e, con un accostamento è un po’ audace, i Roxette.

Certo non sorprende scoprire che in Giamaica quasi tutti i francobolli dipingano l’immortale Bob Marley. Stupisce un po’ che lo stato del Ciad abbia un’affrancatura dedicata a Jerry Garcia dei Grateful Dead o che il Tagikistan abbia una serie di emissioni postali con gli Ac/Dc o che il Benin abbia celebrato i Kiss.

Nel dicembre del 2003 invece una rockstar è stato l’autore di un francobollo. Le poste del Canada infatti decisero di dedicare un’emissione alla regina Elisabetta II che lo stato riconosce in quanto parte del Commonwealth. L’immagine scelta fu una fotografia realizzata dal celebre rocker canadese Bryan Adams che ormai da anni usa con disinvoltura non solo la Stratocaster, ma anche la macchina fotografica e ha firmato diversi servizi per riviste internazionali. Adams era stato inviato dalla corte dei Windsor per seguire la regina durante le manifestazioni del Golden Jubilee e aveva realizzato anche un curioso ritratto in cui la sovrana posa come una vecchia signora della campagna inglese vicino a degli stivali di gomma e a un ombrello. Nella foto Elisabetta ha un volto insolitamente gioviale e sorridente e le poste canadesi hanno deciso di ricavarne un primo piano e usarlo per il francobollo da 49 centesimi.

L’Italia in questo settore non brilla per nulla, il rock è ancora tabù, la musica leggera è una rarità quasi come il leggendario Gronchi rosa. Nel 1973 le poste celebrarono in un bollo il tenore Enrico Caruso, nel 2007 è stato il turno di Maria Callas. Nel 1996 è stato ricordato il Festivalbar e nel 2006 un’emissione è stata dedicata alla Nazionale italiana cantanti. Nel 2009 fu presentata una serie di tre affrancature per la giornata della musica (24 ottobre) con ritratti di Luciano Pavarotti, Nino Rota e dell’unico cantante leggero onorato in un bollo postale italiano, Mino Reitano. Sempre nel 2009 furono omaggiati i 50 anni della composizione Tintarella di Luna, e un anno prima i 50 di Nel blu dipinto di blu.

La storia della musica italiana è stata ben rappresentata solo dalla Mecca dei filatelici, lo stato di San Marino, con un ciclo di ritratti di interpreti classici, ma anche leggeri come Claudio Villa, Domenico Modugno e Fred Buscaglione. E’ forse il tempo che i filatelici rock italiani si ribellino con lo stesso grido di Chuck D. I nostri eroi non compaiono mai sui francobolli!