Le ricostruzioni di ciò che è successo venerdì sera sul treno ad alta velocità Thalys9364 Amsterdam-Parigi lanciato nella campagna belga al confine con la Francia mettono in risalto soprattutto l’eroismo dei due soldati americani in vacanza che hanno bloccato un attentatore ed evitato una strage di passeggeri. Ma non è ancora chiaro quali erano i piani del ragazzo marocchino fermato e ora sotto torchio nella sede dei servizi di sicurezza francesi a Levallois-Perret, periferia di Parigi.

Tutto è successo in una decina di minuti, poco prima delle sei di sera all’altezza di Pas-de-Calais. Un passeggero francese va alla toilette e si trova di fronte un ragazzo magro a petto nudo e jeans bianchi con una pistola automatica in mano, fissa lo sguardo sulla pistola che poco dopo spara due colpi e lo ferisce al collo. Nel fuggi fuggi generale della vettura numero 12, un gruppo di turisti, tra i quali due militari americani, uno appena tornato dall’Afghanistan, si alzano di scatto e intervengono.

Gli sono addosso e lo disarmano ma lui brandisce un taglierino e con quello ferisce uno dei due, Spencer Stone, militare dell’Air Force, di Sacramento. È lui l’uomo del corpo a corpo. Ma è ferito, si tiene con la mano lo squarcio dietro il collo per fermare l’emorragia. A dargli man forte subentrano i due amici con i quali voleva passare una vacanza in Europa, il commilitone Alek Skarlatos, 22 anni, dell’Oregon e Anthony Sadler, studente californiano all’ultimo anno di college a Sacramento, anche lui fisico palestrato e magliette aderenti, a mettere in evidenza bicipiti color caffellatte.

Il ragazzo smilzo maghrebino è a terra. Un passeggero seduto accanto ai tre americani, il sessantenne Chris Norman, cittadino britannico residente in Francia aiuta Anthony a legargli manie piedi a pancia a terra mentre gli altri frugano nelle sue cose.

Spicca nel video filmato da un cellulare, come l’oggetto paradossale che svela un sogno, la canna di un fucile kalashnikov che spunta dallo zainetto grigio sulle poltroncine rosse del Tgv. Il treno, che nel frattempo è stato deviato, si ferma nella stazione di Arras, circondato dalle forze speciali francesi, che prendono in consegna il sospetto attentatore, e dai pompieri che trasportano i due feriti gravi, l’americano e il francese, verso l’ospedale di Lille e gli altri passeggeri sotto shock, oltre 300, in una stanza d’attesa per essere identificati e interrogati.

Tra i molti che hanno vissuto i dieci minuti più intensi della loro vita, il più rumoroso è Jean-Hugues Anglade, volto noto del cinema francese. Anglade, che si trovava sul treno con moglie e figli, si è ferito ad una mano nel tentativo di rompere la teca di vetro per azionare il freno d’allarme.

Ma soprattutto protesta – lo farà poi rilasciando un’intervista furente a Paris-Match – per la scarsa assistenza data ai malcapitati passeggeri del Thalys9364 da parte dei ferrovieri a bordo.

Racconta come si siano rifugiati nella vettura di servizio chiudendosi dentro senza rispondere alle richieste d’aiuto di chi bussava e premeva sulla porta. Una denuncia che ha costretto la direzione delle ferrovie Tgv a una replica a difesa del personale.

La polemica però è stata sepolta dalle lodi ai tre americani e al britannico, insigniti già ieri mattina da una medaglia d’onore dal sindaco di Arras, ringraziati pubblicamente per l’atto di eroismo «gratuito e altruista» dal presidente Usa Barack Obama e da quello francese François Hollande, il quale ha voluto però segnalare anche il contributo del francese ferito, tale Damien, parigino di 35 anni, di cui non è stato divulgato il cognome, eroe senza stellette.

Quanto al presunto attentatore sembra si tratti di Ayoub el Qahzzani, 26 anni, marocchino, già noto come pericoloso jihadista alle polizie europee. Segnalato come tale dalla polizia spagnola a quella francese e belga quando, nel marzo del 2014, aveva lasciato Algesiras, in Andalusia, per trasferirsi in Belgio. Si sa che sarebbe salito sul Thalys a Bruxelles e che in Spagna era stato anche in prigione per traffico di droga.

Quanto ai suoi possibili collegamenti con la cellula belga di Verviers, smantellata a gennaio, o con piani solitari legati all’Is per ora sembra che neghi tutto. Sostiene che non voleva uccidere i passeggeri ma solo derubarli.