La Francia si prepara ad adottare la 49esima legislazione sull’immigrazione dal 1945, in linea con il ritmo molto sostenuto che caratterizza questa delicata questione, visto che solo un anno fa era stata votata la legge Collomb, dal nome dell’allora ministro degli Interni. Ieri il primo ministro Edouard Philippe ha presentato le 20 decisioni che dovrebbero formare «una politica migratoria d’insieme», presentata come un equilibrio tra «umanità» e «lotta alla frode», con l’obiettivo dichiarato di «riprendere il controllo sull’immigrazione».

Un terreno scivoloso, questo, dove l’estrema destra domina e che è necessario occupare in prospettiva delle prossime elezioni presidenziali che molto probabilmente vedranno di nuovo uno scontro tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Questa prospettiva spiega il linguaggio utilizzato: il «riprendere il controllo» che sembra confermare la tesi dell’estrema destra di un’immigrazione «fuori controllo», il mostrare i muscoli della «sovranità» ritrovata, la «lotta alla frode» che rischia di alimentare i sospetti su tutta l’immigrazione.

Nei fatti, si tratta di un ennesimo giro di vite sulle entrate illegali, con maggiori controlli, ma al tempo stesso viene aperta chiaramente una porta all’immigrazione legale per lavoro: verranno istituite delle “quote”, non per Paese ma per professione, stabilite ogni anno seguendo i bisogni del mondo economico. Oggi, in Francia mancano geometri, falegnami, veterinari, meccanici, lavoro domestico.

Nel ’74 era stata chiusa l’immigrazione per lavoro, anche se ogni anno entrano persone per motivi professionali: siamo intorno alle 30mila, cioè il 13% dell’immigrazione annuale, che in Francia è stata nel 2018 di 255.550 persone (ricongiungimenti famigliari, studenti, motivi umanitari). Il giro di vite sarà sui ricongiungimenti famigliari, che saranno sottoposti a maggiori controlli, sempre per evitare le frodi. Per le naturalizzazioni, possibili dopo 5 anni di residenza, ci sarà maggiore attenzione al livello di integrazione (conoscenza del francese, rispetto della parità uomo donna). Lente di ingrandimento sui richiedenti asilo, che in Francia, tra i primi Paesi in Europa, sono stati 120mila l’anno scorso: il principio non si tocca ma ci sarà caccia alla frode, in particolare per le cure mediche. Secondo un rapporto, ci sarebbero abusi e la spesa medica per i richiedenti asilo sarebbe intorno al miliardo di euro l’anno. Così, per l’accesso alle cure mediche gratuite il richiedente asilo dovrà aspettare tre mesi dalla presentazione della domanda (ma sarà curato per motivi d’urgenza), con l’obiettivo di scoraggiare il cosiddetto «turismo medico».

Saranno invece favoriti gli studenti, con l’obiettivo di arrivare a 500mila in pochi anni. Infine, saranno aperti nel 2020 altri tre centri per immigrati illegali in vista dell’espulsione (Lione, Bordeaux, Orléans), e verrà smantellato l’accampamento irregolare della Porte de la Chapelle a Parigi. Le associazioni umanitarie chiedono un impegno preciso per trovare una soluzione per le 2-3mila persone che vi vivono da mesi.

Il governo tenta l’equilibrio, tra conferma dell’accoglienza dei rifugiati ma rifiuto dei sans papiers entrati illegalmente, tra l’apertura all’immigrazione per lavoro ma solo per quote predefinite secondo i bisogni del paese, tra conferma della continuità del diritto d’asilo e lotta alla frode. Ci saranno assunzioni all’Ofra (struttura che valuta la situazione di rifugiati e apolidi), per accelerare le risposte (che dovrebbero intervenire entro sei mesi dalla domanda). I deputati della République en Marche che vengono dalla sinistra ieri erano abbastanza soddisfatti per il «realismo» delle proposte. Le ong protestano con forza contro i tre mesi di sospensione delle cure mediche per i richiedenti asilo, Médecins du Monde si dice «sotto choc» per la caccia alla frode medica.

Per la destra, invece, non è stato fatto abbastanza. La sinistra è impelagata in una polemica interna sulla partecipazione a una manifestazione contro l’«islamofobia» domenica prossima. Aveva però accolto molto male la lunga intervista che Macron ha dato la scorsa settimana a un magazine di estrema destra, Valeurs actuelles, proprio sull’immigrazione. Macron ha difeso il giro di vite anti-frode: «Se non faccio questo lavoro» i cittadini finiranno per chiedere la limitazione del diritto d’asilo. Macron aveva anticipato le quote: «Preferisco gente che viene dalla Guinea o dalla Costa d’Avorio legalmente che le reti clandestine bulgare o ucraine» (e c’è stata una mini-crisi diplomatica con la Bulgaria, che ha protestato).