I ministri degli Esteri di Germania, Francia e Polonia, protaonisti la scorsa settimana della negoziazione a Kiev, divenuta poi carta straccia, dati gli eventi di piazza, hanno espresso «forte preoccupazione» per la situazione in Crimea e hanno sollecitato «tutte le parti, nessuna esclusa» a esercitare contenimento e impegnarsi nel dialogo. «Deve essere fatto ogni sforzo per ridurre la tensione nelle regioni orientali del paese e per promuovere un dialogo fra le parti interessate», hanno scritto Frank-Walter Steinemeier, Laurent Fabius e Radoslaw Sikorski, in una dichiarazione congiunta in cui si sollecita il governo di transizione ucraino, della cui formazione «prendono atto», «a coinvolgere le regioni dell’est e del sud del paese» e a dimostrare rispetto per i diritti delle minoranze «in particolare in merito alle questioni linguistiche».