Lavoro, migranti, collaborazione Stato-Chiesa. Sono i principali temi affrontati ieri nell’incontro fra Mattarella e papa Francesco che si è recato al Quirinale per ricambiare la visita che il presidente aveva fatto in Vaticano nel 2015. È la seconda volta di Francesco al Quirinale, dopo la prima nel 2013, quando sul Colle c’era Napolitano, e il sesto papa (da Pio XII in poi) a varcare la soglia di quella che fu la residenza di trenta pontefici fino al 1870.

La sintonia fra i due è totale, a cominciare dal tema del lavoro. «Ribadisco l’appello a generare e accompagnare processi che diano luogo a nuove opportunità di lavoro dignitoso. Il disagio giovanile, le sacche di povertà, la difficoltà che i giovani incontrano nel formare una famiglia e nel mettere al mondo figli trovano un denominatore comune nell’insufficienza dell’offerta di lavoro, a volte talmente precario o poco retribuito da non consentire una seria progettualità», ha detto Francesco. Ha fatto eco Mattarella: «L’occupazione deve costituire il centro dell’esercizio delle responsabilità di istituzioni e forze sociali». Poi i migranti. Il papa ha ricordato l’accoglienza messa in atto dall’Italia: «È urgente un’ampia e incisiva cooperazione internazionale». Quindi la collaborazione Stato-Chiesa, «confermata» dal Concordato – hanno sottolineato entrambi –, nella separazione stabilita dalla Costituzione: una «laicità, non ostile e conflittuale, ma amichevole e collaborativa, seppure nella rigorosa distinzione delle competenze», ha detto Francesco (sottolinea l’Osservatore romano di oggi: «Laicità amichevole e collaborativa»).

Da Mattarella un richiamo al «rispetto dell’ambiente», citando la Laudato si’ di Francesco e lanciando una stoccata a Trump. Da Francesco uno spot per la famiglia, prima di salutare duecento bambini giunti dalle zone terremotate e di tornare in Vaticano, dove sabato prossimo riceverà un altro leader europeo: Angela Merkel.