È una domenica d’estate del 2010. In riva al mare di Croazia si celebra l’ottava edizione del «Premio Brioni»: riunisce il giro di imprenditori che ruota intorno all’assicuratore Gianni Pesce, titolare della Pesce and partners Insurance srl.

Sono sbarcati per lo più dagli yacht con il tricolore «marinaro», la bandiera della Santa Sede e il vessillo del meeting. Sono stati ospitati al Bi Village di Fazana e sono reduci da una cena a buffet allargata ad altri vip: dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Padova Adriano Cestrone al notaio Nicola Cassano accompagnato da Monica Manto (avvocato, con un curriculum di dirigente in società partecipate come Conzorzio Zip, Attiva Spa e Cvs), dalla famiglia indiana specialista in gioielli ai Luxardo storici produttori di maraschino, fino a Fabio Franceschi di Grafiche Venete che stampa best seller e frequenta i vertici di Confindustria.
Un appuntamento informale, fra amici con le famiglie al seguito. Un week end che si ripete puntuale, con tanto di souvenir a beneficio dei protagonisti. Tutto alla luce del sole, niente da nascondere e con l’orgoglio di gruppo consolidato.

Ovviamente, la trasferta di Brioni 2010 non rientra nei faldoni dell’attuale inchiesta della Procura di Venezia che il 4 giugno ha chiesto al Parlamento l’arresto dell’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan per lo scandalo del Mose. Tuttavia, proprio perché coglie in relax all’estero il cerchio ristretto dei fedelissimi, restituisce al naturale un frame del «modello veneto».

La cerimonia è affidata alla presentatrice ufficiale, ma la vera anima della serata si rivela monsignor Liberio Andreatta, attuale vice presidente dell’Opera Romana Pellegrinaggi che nel dicembre scorso ha organizzato – con la benedizione di Papa Fracesco – una missione anche archeologica in Iraq. Al ministro delle Politiche agricole Galan (che ha appena dovuto cedere la presidenza della Regione al leghista Luca Zaia) spetta l’inedito ruolo di… valletto. In polo azzurrina griffata e pantaloni blu mare, non si sottrae; anzi, si preoccupa che i nomi degli sponsor siano ben visibili…

Il Premio Brioni possiede una filosofia precisa: «Sorveglia le tue amicizie perché vivano fino a sera. Dona l’amicizia alle anime che intuisci vicine alla tua. E se l’amico zoppica, giudicalo sempre quand’è seduto» ammonisce la prolusione. Si comincia con lo speciale riconoscimento a Fabio Biasuzzi: la riproduzione degli affreschi di Raffaello nella Stanza della segnatura dei Musei Vaticani. L’inguaribile milanista Biasuzzi è l’erede dei cavatori di ghiaia del dopoguerra, alla testa del gruppo di Ponzano Veneto (Treviso) e fresco presidente dell’Atecap che associa l’industria italiana del calcestruzzo preconfezionato.

Per gli altri premiati la custodia di pelle riserva il mosaico del I secolo di un… pesce del museo nazionale di Napoli. Il «valletto» Galan con monsignor Andreatta lo assegnano insieme alla magnum delle cantine Provenza a tre simboli tipici dell’imprenditorialità veneta. Paolo Gazzola della Padana Ortofloricoltura di Paese (Treviso) tradisce l’imbarazzo nel sintetico ringraziamento. In bermuda e maglietta viola si presenta T.: a Piazzola sul Brenta (Padova) gestisce la distribuzione di prodotti per la casa e l’igiene, ma recita già un ruolo da protagonista nel comparto della logistica che verrà «attenzionato» dalla Guardia di finanza. Infine, Michele Tosetto che si occupa di allestimenti (mostre, fiere, congressi) di esposizioni e trasporti di opere d’arte con la sua società all’interno del Vega di Marghera. Made in Italy in versione Nord Est, come evidenzia monsignore con un pacchiano errore di pronuncia: «Io l’inglese lo odio e lo leggo così com’è scritto, per dispetto agli inglesi…». In compenso, Andreatta non perde il piglio del conduttore e ricorda a tutti che la Biblioteca Vaticana, chiusa da tre anni per restauri, verrà riaperta con la grande mostra degli incunaboli nel braccio Carlo Magno di San Pietro per esplicita volontà di Benedetto XVI. «E l’allestimento è curato da Tosetto!!!».

Ma a Brioni c’è anche un premio «piccolino». Una moneta storica in oro zecchino che Gianni Pesce dona all’amico Giancarlo che finalmente parla al microfono: «In questi mesi si vede chi è opportunista o chi si comporta in modo schifoso. Ma non ho mai dubitato dell’amicizia vera di molto pochi fra cui Gianni. E anche se su di me si fosse abbattuto lo spettro della disoccupazione, ero certo che comunque sarei stato qui con lui e con voi…».
Cambio di scena e di stagione. Identica atmosfera di confidente frequentazione. Di nuovo, tutti intorno a Galan. Natale 2011, nella villa dei Colli Euganei al centro delle ricostruzioni contabili degli inquirenti (lavori milionari di ristrutturazione, mutui bancari e dichiarazioni dei redditi), si accomodano a cena gli invitati speciali: Giulio Malgara, che non è riuscito a entrare alla Biennale; Fabio Franceschi di Grafica Veneta; l’industriale Luigi Rossi Luciani; Disma Tosetto, giovane imprenditore agricolo di Limena; Roncato dell’omonima valigeria che aveva fornito il set da viaggio regalato ai direttori generali delle Asl nominati nel 2007; Enrico Marchi presidente di Save che gestisce il quadrante di Tessera; Bepi Stefanel, un altro amico di lunga data; Fabio Gava, ex assessore regionale della sanità.

Ecco: proprio sul servizio pubblico della salute in project financing e sulla «concertazione» di ristorazione, pulizie, manutenzioni si dovrebbero riaccendere presto i riflettori. In particolare, spicca il Centro di terapia protonica per la cura dei tumori immaginato a Mestre dal dg dell’Usl 12 Antonio Padoan. Operazione bocciata fragorosamente dall’Unità Ricerca e Innovazione dell’Agenzia regionale sanità con una puntuale, dettagliata e documentata relazione firmata da Costantino Gallo. Giace dal 1 febbraio 2011 sulle scrivanie di Leonardo Padrin, presidente galaniano della commissione Sanità della Regione, e di Domenico Mantoan, massimo dirigente della sanità veneta. Non solo la terapia protonica è ancora sprovvista di evidenze scientifiche per preferirla a quella «convenzionale», ma soprattutto «non è possibile confermare l’ipotesi di 1.900 pazienti annui, estensibili a 4.000, su cui vengono basati tutti i calcoli di convenienza dell’operazione». Nemmeno con la vaga promessa del governo dell’Ungheria di «dirottare» in Veneto i pazienti oncologici che si curano in Germania… E poi Costantino Gallo mette nero su bianco calcoli da brivido: «A fronte di un investimento dei privati di 159.575.000 euro l’Usl 12 verserà nei 19 anni della convenzione 615.571.000 euro più Iva per un totale di 738.685.200 a cui va aggiunto il costo del personale di 34.500.000 euro». Un affare, ma a senso unico.

Eppure, lo stesso «schema» è stato replicato a Trento dall’allora presidente della Provincia Lorenzo Dellai affiancato dall’assessore alla salute Ugo Rossi e dal direttore dell’Agenzia provinciale per la protonterapia Renzo Leonardi. Mega-cantiere nell’area ex Caserme Bresciani (la stessa del progetto di nuovo ospedale) con appalto tecnologico affidato alla belga Iba ed un pool di banche a garantire i 40 milioni di finanziamenti al project delle imprese italiane. I primi test di collaudo della «camera rotante» sono stati completati il 29 luglio scorso: il dossier trentino è stato trasmesso al ministro Beatrice Lorenzin. Si tratta di un’operazione che prevede una spesa complessiva di oltre 92 milioni di euro. L’edificazione edile della nuova struttura di Trento era stata affidata alla Mantovani Spa con in calce al contratto di “partenariato” datato 2009 la firma di Piergiorgio Baita. Oggi grande accusatore dei cannibali della laguna…