Vittima e complice del famigerato e massivo bombardamento di immagini-tanto tipico dell’era digitale- che subisce e che al tempo stesso retroalimenta attraverso i social, lo spettatore contemporaneo è altresì testimone e fautore di una tendenza a omaggiare linguaggi visivi profondamente novecenteschi, con uno slancio contemplativo e creativo che nasce da un’ammirazione nostalgica e si traduce molto spesso in recuperi espositivi o editoriali di alto profilo. In questo scenario si rinnova l’attenzione per i maestri della fotografia, se ne scoprono di nuovi (ricordiamo il felice caso di Vivian Maier di qualche anno fa) e si celebrano coloro che con le immagini hanno documentato la Storia. In questa corrente si collocano i lavori di Contrasto books, estensione editoriale dell’omonima agenzia fotografica, che da ormai 15 anni porta al grande pubblico la fotografia con una proposta varia e trasversale e che nel 2017 compie un passo ancora e una svolta importante, mettendo in diretto dialogo la fotografia e il fumetto.

I due libri Cartier Bresson-Germania 1945 e Robert Capa, Normandia 1944 sono un invito a ripensare il fenomeno e l’arte dello scatto attraverso la trasposizione fumettistica di due grandi reportage: due libri ibridi, in cui i linguaggi di fumetto e fotografia si fondono. La sceneggiatura, firmata in entrambi i casi da Jean David Morvan-nome cult nel graphic novel francese e non solo- nel libro su Cartier Bresson ripercorre a ritroso la sua storia, considerando il turbolento periodo che va dal 1940 al 1946. Le sue vicende si intrecciano con quelle degli altrettanto famosi fotografi “Bob” Robert Capa e David “Chim” Seymour, con i quali fu fondatore della Magnum photos, ma il racconto si centra principalmente sulla prigionia nello stalag dove rimase catturato dal ‘40 al ‘43 insieme a altri fotografi della divisione “Film e fotografia” dell’esercito frances. Coinvolto personalmente nelle operazioni di liberazione dei prigionieri, Bresson diviene, nel 1945, un testimone modello della liberazione: insieme a Le retour, il film girato per l’ufficio americano d’informazione sulla guerra, il reportage della liberazione, che include gli scatti al campo di Dessau e la foto simbolo del riconoscimento dei traditori, è una testimonianza di grande valore artististico: in un momento chiave della storia contemporanea, sono le ultime foto della guerra e le prime della liberazione. Al disegnatore Sylvain Savoia va il merito di essere “entrato” nei celebri scatti di HCB e averli mostrati al lettore del fumetto da un’altra prospettiva, che contempla la presenza del fotografo. Dalle pagine del libro emerge il profondo senso di libertà che in ogni momento della vita professionale ha accompagnato Bresson, che era anche cineasta e pittore, insieme all’importanza del famoso “momento decisivo”, quel concetto di catturare l’attimo che per la prima volta in Bresson si sposa con una ragionata consapevolezza dell’inquadratura e della composizione dell’immagine, come si ha modo di apprezzare nell’esaustiva appendice fotografica.

Grazie alla collaborazione con Magnum photos, Contrasto realizza quindi un secondo libro su un altro fotografo, autore di un reportage emblematico del secolo scorso: si tratta dello sbarco in Normandia raccontato dalla Contax di Robert Capa, di nuovo sceneggiato a fumetti da Jean David Morvan, con i disegni di Dominique Bertail. La china acquerellata restituisce al lettore la sensazione di foschia umida della costa normanna, il generale senso di incertezza ma anche l’estrema violenza dello sbarco, al quale Robert parteciperà con il 16° reggimento. Capa è il più goliardico e scavezzacollo tra i colleghi ed ha comprato un elegante impermeabile Burberry, che sarà costretto a lasciare sulle coste francesi insieme a tre dei quattro rullini scattati in totale. Il formato orizzontale del libro è perfetto per l’ambientazione costiera della vicenda storica e soprattutto per la parte fotografica finale che ospita le famose Magnificent Eleven (le 11 foto, poi divenute 10 che Capa salvò tra gli scatti di Omaha Beach), altre immagini significative della terribile estate del 1944 e un’unica foto a colori, l’ultima che il grande fotografo scattò prima di saltare su una mina sul Delta del Mekong, in Indocina, nel 1954.

Foto e fumetto, linguaggi per immagini in continuo dialogo col tempo-nella sua sequenzialità il fumetto, e nell’istantaneità, la foto- si abbracciano in due libri preziosi che vanno ad ampliare un’esperienza iniziata qualche anno fa, nel 2010, quando in pieno lancio degli esperimenti di giornalismo narrativo, la Coconino di Igort aveva pubblicato Il fotografo 2010, il foto reportage di Didier Lefevre in viaggio in Afghanistan del 1986, disegnato da Guibert e Lemercier. Le uscite recenti di Contrasto books sono un buon proseguimento di quell’ esperienza, arricchito dalla componente delle stampe fotografiche della Storia, pagine delle quali, sebbene conosciamo già il finale, sfoglieremo sempre col fiato sospeso.