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Fossa comune in Mali «creata ad arte»

Fossa comune  in Mali «creata ad arte»Passaggio di consegne nella base militare di Gossi, belle cui adiacenze sarebbe stata trovata la sepoltura di massa – Ap

Il fronte africano La Francia accusa i mercenari russi del gruppo Wagner, lo scontro tra Parigi e Mosca per l'influenza nel Sahel infuria con dinamiche "ucraine"

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 24 aprile 2022

La lotta per l’influenza nel continente africano e lo scontro tra Parigi e Mosca infuria anche sui social dopo che venerdì l’esercito francese ha accusato i mercenari russi del gruppo Wagner di «aver creato ad arte una fossa comune presso la base militare di Gossi», nel nord del Mali, con l’intento di «screditare l’operato dei militari francesi». Parigi ha deciso a febbraio il ritiro dal Mali proprio per le tensioni con Bamako sulla decisione di avvalersi dei servizi del gruppo privato russo Wagner. «Mercenari al soldo del governo di Bamako» secondo Parigi, «consiglieri e addestratori militari nel quadro di un accordo bilaterale con Mosca» secondo il governo maliano.

Il caso sulla fossa comune arriva dopo la consegna della base di Gossi, che ospitava 300 soldati francesi, alle Forze armate maliane (Fama), martedì. Giovedì il tweet di un militare maliano mostra le foto di cadaveri sepolti in una fossa con la scritta: «Questo è ciò che hanno lasciato i francesi a #Gossi (…) non possiamo tenerlo nascosto». «Accuse create ad arte da un account falso di Wagner, con tracce ritrovate anche su una piattaforma russa – ha indicato a Radio France International (Rfi) il portavoce dell’esercito francese, il colonnello Pascal Ianni -. Lo sapevamo e per questo motivo abbiamo fatto un passaggio di consegne con le autorità maliane in completa trasparenza, tenendo sotto controllo l’area con droni».

Secondo quanto ha riferito a France24 l’esperto di Sahel, Wassim Nasr, già da «mercoledì circolava la notizia della pubblicazione di un video falso con immagini di cadaveri e una fossa comune», come effettivamente è avvenuto il giorno successivo. Affermazioni confermate da un video di un drone francese – visionate da France24 – che ritrae una dozzina di soldati caucasici, pala in mano, che ricoprono di sabbia cadaveri che si trovano nella stessa posizione di quelli nella foto del tweet, con due uomini che filmano la fossa comune e alcuni veicoli Dongfeng, utilizzati da Wagner in Mali.

 

Un frame del video girato da un drone dell’esercito francese (Ap)

 

Ieri l’esercito maliano ha dichiarato che «dopo ripetuti attacchi nella notte di martedì e l’invio di alcune pattuglie nell’area, è stata scoperta la fossa comune», indicando la volontà di «voler aprire un’inchiesta» e confermando indirettamente le accuse nei confronti dei francesi. «Appare poco credibile – ha indicato Nasr – che le Fama vogliano seriamente indagare sui fatti di Gossi, quando in queste settimane si sono opposte all’invio di osservatori Onu della Minusma per i fatti di Moura e Hombori, con accuse di brutalità da parte dei maliani insieme ai contractor russi».

Il riferimento è all’accusa di Human Rights Watch e Amnesty International dell’uccisione, la settimana scorsa, di oltre 300 persone a Moura e alla rappresaglia di questo martedì contro civili al mercato di Hombori da parte di militari maliani e russi per la morte del primo «ausiliario» russo.

«Quello che preoccupa – conclude Nasr – è la difficile situazione del rispetto dei diritti umani dei civili in Mali, la recrudescenza jihadista la sempre più incerta liberazione del giornalista francese Olivier Dubois, rapito da oltre un anno».

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