«Forza Italia sbaglia a opporsi allo ius soli, perché questa è una legge di civiltà. E trovo sconvolgente che un partito come quello di Alfano, che si richiama ai valori del cristianesimo, possa ritenere questa una cattiva legge». Ex sindacalista, ex presidente della regione Lazio e oggi deputata di Forza Italia, Renata Polverini è da sempre una convinta sostenitrice del ddl sulla cittadinanza, in aperto disaccordo con il suo partito.

Onorevole Polverini cosa pensa del pressing che viene fatto sulla legge proprio ora che sembrava affossata, non lo trova sospetto?
Sì è un po’ sospetto, ma sono abituata a guardare agli obiettivi quindi mi auguro che possa essere approvata. Sarebbe un peccato non riuscirci in questa legislatura. E’ una legge che per la delicatezza del tema trattato andava discussa lontano dalle campagne elettorali. Purtroppo non è stato così.

Alla Camera lei ha votato a favore del testo.
Sono stata l’unica di tutto il centrodestra. Ho votato a favore perché all’inizio della legislatura avevo depositato una proposta di legge che era uno ius culturae, che è un po’ la legge uscita dalla Camera, partita come un provvedimento più vicino allo ius soli ma che poi ha assorbito gran parte delle mie indicazioni. Da presidente della Regione ogni volta che mi recavo in una scuola mi trovavo a parlare con ragazzi che avevano il colore della pelle diverso dal nostro, magari con gli occhi a mandorla, ma che parlavano il romanaccio e litigavano per la loro squadra di calcio. Percepivo anche che i ragazzi, i nostri figli, li consideravano già degli italiani come loro, senza alcuna differenza.

In passato ha definito la legge un passo avanti per l’Italia, ne è sempre convinta?
Assolutamente sì. Il giorno in cui la legge è stata votata a Montecitorio ho fatto una dichiarazione in dissenso dal gruppo proprio per apprezzare il lavoro svolto dal parlamento. Lo consideravo un grande gesto di civiltà e uno dei pochi elementi che in questa legislatura ci portava al pari di altri Paesi dell’Unione europea.

Ammetterà che la sua posizione è un po’ strana visto il partito a cui fa riferimento?
Sì è molto strana, però io sono iscritta a un partito che nasce come partito liberale e che ha raggiunto percentuali di consenso vicine al 40%. Per arrivare a quel risultato dobbiamo abbracciare tante idee tra le quali credo debba esserci la cittadinanza. Del resto con altri colleghi abbiamo votato le unioni civili. Sono leggi che segnano la civiltà di un parlamento e, quindi, di un Paese.

All’interno di Fi però l’opposizione è molto forte. Il suo collega Maurizio Gasparri pensa già a un referendum nel caso lo ius soli dovesse essere approvato. Non si sente isolata?
Mi sento isolata ma rivendico la mia storia e il mio percorso. Penso che Forza Italia sbagli quando dice di voler raccogliere le firme per un referendum di abrogazione, perché non c’è integrazione vera se non diamo la possibilità a chi si sente italiano di diventare italiano. E soprattutto non dobbiamo dare messaggi falsi: chi pensa che se con un barcone arriva una signora incinta quel bambino diventa italiano sbaglia. Se quel bambino resterà in Italia, se quel genitore permarrà con un permesso di soggiorno, se… se… se… se…, allora forse un giorno potrà diventare italiano, ma sicuramente non quando arriva.

Il partito del ministro Alfano…
Il partito di Alfano è sconvolgente. Non solo perché alla Camera ha votato per il sì, ma perché è un partito che fa riferimento ai valori del cristianesimo e io escludo che un buon cristiano possa pensare che questa non sia una legge valida, anche e soprattutto se vuole mettere in campo delle politiche di integrazione.

Se lei fosse al Senato e il governo ponesse la fiducia sullo ius soli, la voterebbe?
Certo. Per questa legge mi sono battuta per molti anni e quando ero presidente della Regione mi sono impegnata con questi ragazzi promettendo che avrei fatto di tutto per facilitare il loro percorso da cittadini. Quindi sì, per questa legge voterei la fiducia.