Una maglia da calcio disegnata da un 11enne. A Doncaster il calcio inglese, il più ricco, mediatico e globalizzato da un decennio, che trasforma gol, assist ed emozioni in vagonate di milioni di euro (specie in Premier League) scrive una pagina romantica di pallone con i Rovers – una delle società più antiche nel calcio europeo, nata nel 1879 e che gioca nella terza serie della piramide del calcio britannico, la Football League – che nei giorni scorsi sono scesi in campo contro il Burton Albion con la divisa, la terza stagionale, ideata da un bambino.

E NON C’E’ SOLO profumo di calcio autentico, una casacca messa nelle mani di un bambino, piuttosto che affidata a una griffe di un colosso del settore d’abbigliamento sportivo, come avviene praticamente in tutti i club che provano a piazzare il proprio brand ovunque, per raccogliere milioni di euro, anche nelle categorie inferiori, ma soprattutto un intreccio con un’emergenza sociale. L’intento del club è quello infatti di catalizzare l’attenzione sui problemi di salute mentale, soprattutto nei ragazzi. Una questione spesso sottovalutata o comunque poco considerata anche dall’opinione pubblica.

E NON SOLO nel Regno Unito. I Rovers, collaborando con il National Health Service Doncaster CCG, hanno ideato un contest, un concordo di design unico nel suo genere, invitando bambini e ragazzi (oltre 300) del South Yorkshire a progettare la terza maglia della squadra, pensando anche a una serie di messaggi da lanciare sulla sensibilizzazione dei problemi mentali. Ed è stato poi selezionato quello di Nate Nisar, 11 anni, una fila di triangoli – l’elemento retrò – colorati (le emozioni, con le varie tonalità che rappresentano la diversità delle sensazioni, secondo quanto raccontato dal bambino al giornale locale di Doncaster) su una casacca bianca, che è stato poi approvato dai calciatori del club inglese.

QUINDI, carta e pastelli tra le dita di un ragazzo di 11 anni contro i tabù, la poca informazione sul disagio mentale (tra cui ansia, depressione e dipendenze), un punto buio nel sistema inglese: secondo l’assocazione per la salute mentale Young Minds, in una classe media di 20 bambini, tre hanno un problema di salute mentale.

E SOLO  uno di questi tre è poi in grado di accedere al trattamento sanitario pubblico. Ma la questione assume rilevanza anche in Italia, dove secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ci sono 17 milioni di casi e la metà iniziano a manifestarsi intorno ai 14 anni, con le forme depressive o ansiogene che interessano il dieci per cento dei giovani nella fascia 15-28 anni. Mentre in Europa il 38% degli abitanti soffre di una patologia mentale.

E SULLA TERZA divisa del Doncaster ci sarà il logo di CALM (Campaign Against Living Miserably), associazione benefica per la salute mentale, che lavora sulla prevenzione del suicidio maschile, il killer silenzioso degli uomini sotto i 45 anni nel Regno Unito, che ne ha contati quasi seimila due anni fa, di cui il 75% di sesso maschile.