Nel pieno della crisi sanitaria riesplode la crisi della Lega, una crisi politica e di classe dirigente. E la Lega in crisi, dopo aver agitato le acque, salva l’assessore Gallera. La crisi politica è quella di un partito frammentato, litigioso, dove le recenti sconfitte elettorali hanno fatto riemergere le diversità rimaste silenti durante la sbornia salviniana.

La crisi della classe dirigente è quella di chi in quasi 10 anni di governo della Lombardia e oltre 20 nelle varie maggioranze che lo hanno preceduto non è riuscito a costruire e formare, soprattutto in materia sanitaria, una classe dirigente di qualità, tanto che per provare a uscire dalla disastrosa gestione Covid la Lega si sta affidando a uomini di punta dell’era Formigoni, uomini di Comunione e Liberazione cresciuti alla scuola della Dc come Marco Trivelli e Carlo Lucchina.

In questo momento la cartina di tornasole della crisi leghista si chiama Giulio Gallera. È lui, l’assessore alla sanità di Forza Italia, il bersaglio verso cui sono indirizzate le frecciate leghiste. Dietro però serpeggia un po’ di scontento anche verso Attilio Fontana, per come si è fatto trascinare nella gestione della crisi sanitaria. L’opinione diffusa tra diversi leghisti nei territori è che il calo di consensi della Lega è imputabile alla non buona gestione del Coronavirus.

È per salvare se stesso quindi che Fontana ha salvato Gallera dal rimpasto di giunta o dal commissariamento che avrebbero voluto Salvini e alcuni consiglieri regionali. Nella Lega in questo momento da una parte ci sono il presidente lombardo Fontana e un’ala governista, dall’altra Salvini e diversi amministratori locali, sindaci, consiglieri comunali e regionali che vorrebbero una migliore gestione della crisi Covid, anche perché a rispondere alle critiche dei cittadini sul territorio poi ci sono loro, gli amministratori locali. In tanti in queste settimane hanno fatto arrivare la loro scontentezza a Salvini, ovviamente senza mai nominare direttamente Fontana, anche perché finché c’è Gallera c’è un bersaglio.

Così ieri ci sono state due riunioni: la prima tra Salvini e i consiglieri regionali leghisti, la seconda un vertice di maggioranza. Nella prima Salvini ha dovuto glissare sulle dimissioni di Gallera visto il no deciso arrivato da Fontana. Tra i consiglieri regionali più critici ci sono stati quelli delle province di Varese e Pavia che hanno imputato ritardi e disorganizzazione all’assessore Gallera. Salvini ha chiesto ai suoi di puntare su progetti positivi per non farsi travolgere dalle notizie negative e dai problemi della gestione Covid.

Nel vertice di maggioranza il centro destra si è ricompattato decidendo per un maggiore coinvolgimento del consiglio regionale nella gestione della crisi, rinnovando la fiducia a Gallera Fontana. «Non si è parlato di rimpasto» hanno detto i coordinatori lombardi di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia Paolo Grimoldi, Massimiliano Salini e Daniela Santanché. L’assenza di nomi di rilievo ha spinto a rinviare anche la nomina della squadra di tecnici che dovrebbe affianchare Giulio Gallera.