Il governo italiano avrebbe utilizzato fondi europei per l’immigrazione per scortare la nave Aquarius fino al porto di Barcellona lo scorso giugno. A rivelarlo il quotidiano online Euobserver (che si occupa delle notizie interne all’Unione europea) attraverso un’analisi dei dati ottenuti grazie al Freedom of Information Act e alla testimonianza di un ex-comandante della Guardia costiera, oggi in pensione.

La Commissione europea per ora non conferma e affievolisce così la questione: «La Commissione ha procedure molto precise e dettagliate sulla spesa dei fondi Ue, e non c’è un euro che non venga rimborsato, se le spese non sono ben motivate e certificate».

Per il momento non ci sarà richiesta di chiarimenti all’Italia. Lo scorso giugno il governo inaugurò la politica della chiusura dei porti impedendo alla nave Aquarius di sbarcare sul suolo italiano. Dopo giornate intense di traversata alla nave fu concesso di sbarcare a Barcellona dal governo spagnolo di Pedro Sanchez. Quando l’Ong Sos Mediteranée, proprietaria della nave, riferì che era impossibile portare tutti i 630 migranti da sola, il governo italiano le affiancò due imbarcazioni della guardia costiera, la Dattilo e l’Orione.

I dati in possesso dell’Euobserver si riferiscono alla sola nave Dattilo. La spesa della missione di soccorso si aggirò intorno ai 200.000 euro dei quali solo il 10% sono gravati sulle casse dello stato italiano mentre il restante 90 %, stando al quotidiano online, è stato finanziato dai fondi europei per l’immigrazione. Intanto per il nostro paese sono in arrivo dall’Unione europea 9 milioni per migliorare l’accesso ai servizi sanitari dei 42.000 richiedenti asilo ospitati nelle strutture di accoglienza in Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Lazio e Sicilia, con attenzione particolare ai più vulnerabili.

«Questo è un altro chiaro esempio di come la Commissione sostiene l’Italia di fronte alla pressione migratoria» dichiara Alexander Winterstein, portavoce dell’esecutivo comunitario. Lo stanziamento si aggiunge ai 200 milioni di fondi di emergenza già mobilitati per l’Italia dalla Commissione europea per la gestione dei migranti.