Negli ultimi quattro anni più di un miliardo di euro del Trust Fund per l’Africa non è stato investio in progetti di sviluppo bensì «per finanziare politiche nazionali di brutale contenimento dei flussi migratori». A denunciarlo è l’ultimo rapporto di Oxfam intitolato «Il Trust Fund Ue per l’Africa intrappolato tra difesa delle frontiere e politiche di aiuto». «A tre anni dall’accordo Italia-Libia sul contenimento dei flussi migratori e dal summit Ue della Valletta che ne avallò la linea politica, gli aiuti europei per lo sviluppo dei Paesi africani vengono spesi sempre più per chiudere le frontiere, soffocare la migrazione e favorire i rimpatri dei migranti in Africa», è scritto nel rapporto. «Nel caso della Libia, in particolare, si è trattato di risorse usate per la Guardia costiera, che si è rivelata complice dei trafficanti di esseri umani lungo la rotta del Mediterraneo centrale e ha operato in mare per riportare, in tre anni, circa 40 mila uomini, donne e bambini innocenti verso i ‘lager libici’, dove sono quotidianamente esposti a torture e abusi indicibili».

A febbraio il parlamento italiano è chiamato a rinnovare le missioni militari in Libia, sottolinea Oxfam, che chiede «di non rinnovarle e di indirizzare il governo nel revocare l’accordo, dal momento che nessun significativo passo è stato fatto dal primo novembre 2019 e che ancora non si ha nessuna notizia delle modifiche che avrebbero dovuto essere concordate bilateralmente prima del 2 febbraio 2020″. Secondo il rapporto, nello stesso periodo, solo 56 milioni di euro (meno dell’1,5% del valore totale del Trust Fund) sono invece serviti a finanziare canali migratori regolari. Degli oltre 4,5 miliardi di euro stanziati per i 26 Paesi africani beneficiari, 328 milioni sono stati destinati alla Libia che risulta essere quindi il principale paese destinatario delle risorse, prima di Somalia e Niger. Di questi 328, 160,13 milioni sono esplicitamente stati usati per la gestione dei flussi migratori e il rafforzamento delle frontiere. Un impegno di risorse, sul punto, doppio rispetto agli stanziamenti verso gli altri Paesi destinatari. “Una gestione tesa molto più a impedire gli arrivi che a creare le condizioni per evitare morti in mare e violazioni di diritti umani in Libia, di cui l’Italia è parte in gioco», afferma Oxfam.