È qualche tempo che la procura di Napoli setaccia gli affari di Finmeccanica. L’aprile scorso 22 persone erano state arrestate per corruzione, truffa e riciclaggio. Ieri l’ennesimo colpo di scena: due ex manager e due persone di spicco dell’azienda pubblica sono stati raggiunti da provvedimenti di custodia cautelare. Si tratta di Lorenzo Borgogni, ex direttore centrale relazioni esterne, Stefano Carlini, ex direttore operativo della Selex Service Management società collegata a Finmeccanica, quindi gli imprenditori romani Vincenzo Berardino Angeloni (che pare gestisse soldi e prestanome) nonché Luigi Malavisi. Le accuse sono corruzione e riciclaggio. Dalle indagini sarebbero emersi fondi neri all’estero finalizzati al pagamento di tangenti destinate ai vertici del gruppo industriale. Alla base il progetto Sistri, il sistema di tracciabilità di rifiuti che era stato commissionato dal ministero dell’ambiente a Borgogni per rispondere all’emergenza campana. Una specie di rivoluzione in regione, visto che l’immondizia pericolosa o quella non sversata in maniera corretta sarebbe stata riconoscibile e quindi sarebbe stato possibile risalire ai colpevoli delle illegalità.

Ma quei soldi non sono mai stati spesi per il progetto. Anzi si parla addirittura di due borsoni sportivi pieni di 4 milioni di euro portati al settimo piano degli uffici Finmeccanica. Non solo. Sono stati scoperti fondi depositati in Svizzera e in Delaware negli Usa. I pm napoletani Catello Maresca, Marco Del Gaudio e Maurizio Giordan avevano chiesto gli arresti domiciliari anche per l’ex presidente di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini. L’istanza è stata rigettata dal gip De Falco Giannone, ma la guardia di finanza ha effettuato un’attenta perquisizione nell’abitazione dell’ex ad. L’operazione è stata possibile grazie alle rivelazione di due imprenditori, i fratelli Maurizio e Sabatino Stornelli. «Era prassi che i soldi ricavati dalle sovrafatturazioni delle commesse Finmeccanica venissero poi destinate tramite i vertici Finmeccanica a finanziare i partiti», hanno dichiarato. Secondo le loro rivelazioni pare che Nicola Lobriglio, con interessi nella società Sedin, usasse «le commesse per finanziare i suoi sponsor politici e segnatamente l’onorevole Lorenzo Cesa (Pdl)». La Gdf ha sequestrato 28 conti correnti e 2 cassette di sicurezza.