Nella mappa europea del contagio il colore dell’Italia diventa sempre più carico. L’aggiornamento pubblicato ieri vede Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Campania e provincia di Trento in rosso scuro, zone cioè a maggior circolazione del contagio; in rosso Bolzano. Solo Sardegna e Valle d’Aosta in arancione.

Sono stati 24.935 i nuovi casi Covid ieri in Italia su 353.737 test effettuati. Il tasso di positività è salito al 7%. Resta grave la conta dei morti con 423 decessi. Continuano a riempirsi gli ospedali: 16 ricoveri in più in terapia intensiva ieri, 3.333 in totale; più 177 i ricoveri ordinari, 26.694 in tutto. Sono 517.483 le persone in isolamento domiciliare.

La regione con il maggior numero di nuovi casi è stata la Lombardia (5.641) seguita da Emilia Romagna (2.531), Campania (2.507), Piemonte (2.357), Puglia (2.082) e Lazio (1.963). «Lo stato c’è e ci sarà» ha detto ieri mattina il premier Draghi a Bergamo, dove ha ricordato le vittime del virus a un anno esatto dal giorno in cui i carri armati trasportarono decine di bare fuori dalla città. Dodici mesi dopo l’epidemia continua a correre. La prossima settimana altre regioni potrebbero finire in rosso. A rischiare di più è la Toscana.

La Fondazione Gimbe ieri ha diffuso il nuovo monitoraggio (dal 10 al 16 marzo). Nei sette giorni analizzati, rispetto alla settimana precedente, i nuovi casi hanno fatto segnare una crescita dell’8,3%, i ricoverati nei reparti ordinari del 16,5% e del 18,1% nelle terapie intensive. In un mese è quasi raddoppiato il numero medio dei nuovi ingressi al giorno nell’area intensiva. Gli attualmente positivi su 100mila abitanti sono cresciuti in 16 Regioni. L’aumento dei casi si riflette sui servizi ospedalieri: l’occupazione dei posti letto di area medica ha superato in 9 regioni la soglia di allerta del 40%. Anche nelle terapie intensive, il cui tasso di saturazione nazionale oltrepassa la soglia critica attestandosi al 36%, l’occupazione da parte di pazienti Covid supera il 30% in 13 Regioni.

Infine, giunti quasi alla fine del primo trimestre, al 17 marzo risultano consegnate alle regioni 8.597.500 dosi di vaccino su 15.694.998 previste. Manca quindi all’appello il 45% della fornitura. Al 17 marzo hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 2.145.434 milioni di persone (3,6% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 2,71% della Calabria al 5,12% della Valle d’Aosta. Degli oltre 4,4 milioni di over 80, 1.258.139 (28,5%) hanno ricevuto solo la prima dose di vaccino e apena 469.783 (10,6%) hanno completato per intero il ciclo vaccinale.