I continui episodi di intimidazione mafiosa nel Foggiano negli ultimi tempi sembravano aver coinvolto anche i sindacalisti. Nel giro di meno di una settimana due macchine incendiate ad altrettanti dirigenti dello stesso sindacato: la Fim Cisl. Nella nottata di mercoledì scorso a Foggia era stata data alle fiamme l’auto di Donato Ambrosio, 65 anni. Quattro giorni più tardi stessa sorte per Michele Longo, 55 anni, a Rignano Garganico.

IL COMMENTO DELLA FIM Cisl nazionale era stato immediato e solidale con i due dirigenti colpiti, sebbene buona parte della nota lasciasse spazio all’incertezza sulle motivazioni dei roghi. «In attesa che gli inquirenti facciano chiarezza al più presto sui gravi fatti di Foggia a danno dei nostri due dirigenti Fim, esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Michele Longo alla segreteria provinciale e a tutti i delegati e attivisti della Fim Cisl di Foggia, che ogni giorno, si trovano a svolgere la loro attività sindacale in un territorio lacerato dalla violenza criminale. Incendiare l’auto di un sindacalista è un atto gravissimo e inaccettabile. È bene tenere alta la guardia perché attorno al lavoro e all’industria sta crescendo un clima pericoloso che è bene contrastare con tempestività».

NESSUN RIFERIMENTO diretto alla mafia, dunque. E un riferimento invece al «clima pericoloso» «che sta crescendo «attorno all’industria». I due sindacalisti infatti sono delegati rispettivamente delle due fabbriche più grandi della città: la Sofim Cnh del gruppo Fiat che ha 1.800 dipendenti e la Alenia-Leonardo con circa mille dipendenti. In entrambe le aziende la Fim è un sindacato forte – nel settembre 2016 in Sofim ben 150 iscritti al Fismic, più quasi tutti i dirigenti e due Rsa passarono alla Fim – con buoni rapporti con le proprietà e i dirigenti. Negli ultimi mesi sia Leonardo che Sofim avevano in programma assunzioni e in entrambi i casi sono state bloccate: in Sofin le stabilizzazioni previste di tempi determinati sono state rimandate e i tempi determinati sono stati rinnovati fino a giugno. In Alenia Leonardo invece martedì un nuovo dirigente è stato presentato ai sindacati e ha confermato il blocco delle assunzioni.

Nei giorni seguenti ai roghi sulla cronaca locale sono anche usciti articoli che riferivano di «spaccature interne» alla federazione dei metalmeccanici della Cisl guidata da Marco Bentivogli. Spaccature che sarebbero state oggetto anche di riunioni riservate a Roma con un documento della segreteria Fim contro un delegato in Alenia. Dalla Fim Cisl nazionale si smentisce con sdegno: «Assolutamente nessuna riunione, nessuna idea sulle ragioni dei roghi. La situazione a Foggia non ha mai destato preoccupazione. In passato c’è stato solo qualche schizzo di fango arrivato da Michele Emiliano per ragioni politiche», il riferimento è alla vicenda ex Ilva sulla quale l’attuale presidente della Puglia e candidato del centrosinistra (senza Italia Viva) e Bentivogli hanno continuamente polemizzato.

IERI I DUE SINDACALISTI sono stati convocati dal prefetto che presiede il comitato per l’ordine e la sicurezza. Ambrosio e Longo erano accompagnati dalla segretaria provinciale della Fim Cisl Milly Campodipietro: il trio infatti completa la segreteria provinciale. Alla riunione però non era presente da Dia – la Direzione investigativa antimafia – che da pochi giorni ha una sede a Foggia per combattere la criminalità locale.
I tre sindacalisti hanno confermato all’unisono di «non avere ricevuto avvertimenti e di non aver idea dell’origine delle minacce». Mentre a chi chiedeva loro della possibilità che i roghi fossero collegati con «richieste particolari o assunzioni, Michele Longo ha risposto: «Dovreste chiedere all’azienda, c’è stato presentato un nuovo piano».

Si attendono sviluppi nelle indagini nei prossimi giorni che dovranno anche stabilire se i due roghi siano fra loro collegati.