«La prima cosa che faccio se vinco le elezioni è rimettere lo striscione ‘Verità e giustizia per Giulio Regeni’ fuori dal comune di Sesto San Giovanni. Un gesto simbolico, come simbolica fu la sua rimozione da parte della giunta di Roberto Di Stefano appena insediata, nel 2017». Michele Foggetta, educatore 37enne, segretario locale di Sinistra italiana e fondatore di Shanti Sahara, associazione che si occupa di disabilità nei campi profughi saharawi, è il candidato del centro sinistra per le amministrative nella ex «Stalingrado d’Italia» dopo aver vinto le primarie contro Alberto Bruno del Pd e la civica Mari Pagani. «Preferiamo chiamarla coalizione progressista – spiega Foggetta – E visto il risultato molto positivo del lavoro fatto con gli altri due colleghi, penso che il percorso che porta alle regionali dell’anno prossimo possa trarre spunto dall’esperienza di Sesto San Giovanni, con l’individuazione di un candidato attraverso le primarie». Primarie allargate oltre il perimetro del Pd, come aveva già lasciato intendere l’eurodeputato dem Pierfrancesco Majorino, che addirittura le auspica «prima dell’estate».

«Tutti mi chiedono della sconfitta del Pd, – aggiunge Foggetta – credo invece che sia la vittoria di un progetto comune. Per quanto siamo tutti legati – io per primo – al glorioso passato di questa città, non possiamo pensare di riunire quello che c’era con quello che c’è oggi, sarebbe anacronistico». Il Pd perse le elezioni e la roccaforte rossa nel 2017. Complice anche il profondo cambiamento della natura cittadina – non più operaia – con le principali fabbriche chiuse o trasferitesi altrove e interi quartieri (dis)abitati dai lavoratori milanesi.

Il 12 giugno Foggetta sfiderà Roberto Di Stefano, già a caccia di un bis. L’uscente primo cittadino della Lega ha infatti provato a cavalcare l’affaire tutto milanese su San Siro offrendo a Inter e Milan «spazi più ampi che a Milano e una rigenerazione urbana unica in Europa». Ma Foggetta precisa: «Il tema dello stadio non appassiona i sestesi. Credo si tratti dell’ennesima boutade di Di Stefano che cerca di distogliere l’attenzione dai temi concreti parlando di qualcosa di assolutamente improbabile, visto che – credo – né Beppe Sala né i club vogliano perdere l’occasione di un accordo come quello in via di definizione».

Foggetta ha impostato la campagna elettorale su 7 punti programmatici ma «le mie priorità sono l’emergenza abitativa e la transizione ecologica». Se vincesse, il candidato di Si – appoggiato oltre che dal Pd, dal M5S – si troverà ad affrontare anche lo scollamento dal tessuto cittadino di molte associazioni, cui la giunta Di Stefano non aveva rinnovato le concessioni per gli spazi comunali costringendole ad andare altrove. Per esempio l’Anpi, che per Sesto San Giovanni, città medaglia d’oro della Resistenza, ha di certo un valore simbolico.

«L’amministrazione – commenta Foggetta – ha fatto sì che gli attori del terzo settore scappassero distruggendo il rapporto con la comunità. Dobbiamo ricreare questa alleanza, ricucire quel tessuto sociale creando presidi di partecipazione sia pubblici che politici, penso alle Consulte di quartiere, alla Consulta delle associazioni che già esisteva e che è stata demolita. C’è tanto da fare».

Il 12 giugno andranno al voto anche Como, Lodi e Monza che con Sondrio e Pavia sono le uniche città in tutta la regione guidata dal leghista Attilio Fontana ad avere un sindaco di centrodestra.