Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) coincidono con quelle contenute nel Documento di Economia e Finanza (Def) presentate dal governo Lega-Cinque Stelle: le stime di crescita per il 2019 sono state tagliate, il Pil è previsto crescere dello 0,1% con un tasso di disoccupazione a due cifre, e un debito e un deficit in aumento. Il Fondo stima un aumento del debito pari al 133,4% nel 2019 dal 132,1% del 2018. Nel 2020 salira’ ancora raggiungendo il 134,1% del pil, fino a toccare poi il 138,5% nel 2024. In aumento anche il deficit, atteso al 2,7% quest’anno e al 3,4% il prossimo, per poi raggiungere il 3,8% nel 2024.
Su questo le valutazioni del governo italiano divergono: il deficit scenderà di nuovo al 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021 contro le stime precedenti di 1,8% e 1,5%. La seconda metà del 2018 è stata particolarmente debole per la crescita in Italia. Questa debolezza è continuata anche quest’anno. Il Pil nel 2018 è cresciuto dello +0,9%, in base ai dati diffusi dell’Istat che ieri ha rivisto al rialzo la crescita del 2017 a +1,7%.
Per quanto riguarda il debito c’è una convergenza tra le valutazioni del governo e Bankitalia. Via Nazionale ha aggiornato al rialzo la stima sul rapporto debito/Pil al 31 dicembre 2018 portandola al 132,2%, pari a 2.322 miliardi di euro. La stima precedente dell’Istat era al 132,1%. Si tratta di un deciso aumento rispetto al 131,4% /2.269 miliardi di euro) del 2017. Solo rispetto al 15 marzo il debito è stato rivisto al rialzo da Bankitalia di 0,8 miliardi nel 2016, 5,5 nel 2017 e 5,3 nel 2018. Questi ultimi due dati sono stati inseriti nel Def presentato ieri dal governo.

«Una prolungata incertezza e elevati rendimenti in Italia, soprattutto se accompagnati con una recessione più profonda, possono avere ricadute negative sulle altre economie dell’area euro», ha aggiunto l’FMI nel «World Economic Outlook» che rilancia anche il tema degli spread che alti rischiano di aumentare ulteriormente la pressione sulle banche italiane, pesare sull’attività economica e peggiorare le dinamiche del debito.
Ma l’allarme crescita non riguarda solo l’Italia. Il rallentamento si sta facendo seriamente sentire anche per la locomotiva tedesca che crescerà quest’anno solo 0,8%. L’impatto è diretto sull’economia italiana, fornitrice dell’industria tedesca, Ma a rallentare è tutta l’economia globale, anche se al momento non è preannunciata una recessione all’orizzonte. Ma nessuno sembra volerla escludere. I rischi al ribasso sono molti. Fra questi le tensioni commerciali, la Brexit, l’esito delle elezioni europee. La crescita globale è stata tagliata, per le terza volta in sei mesi, al 3,3%, il livello più basso dal 2009, ovvero dalla crisi finanziaria. La ripresa, che dovrebbe accelerare nella seconda metà del 2019 e nel 2020, «è precaria» sostiene l’Fmi.