Un disco da ascoltare al buio dopo uno di quei giorni frenetici e senza senso, per essere consapevolmente sferzati dai suoni sintetici, disturbanti, che fanno da contrappunto alla voce robotica che declama Eraclito e ritrovarsi finalmente in un limbo dove sentire noi stessi. I nove brani di Perì Physeos del progetto Psycho Kinder saturano l’ambiente di palpiti primordiali, hanno il sapore sperimentale frutto di un’ispirazione alienata, sprofondata nell’imperscrutabilità asfissiante e il disincanto di un flusso darkwave. Gli Psycho Kinder nascono nel 2009 dall’idea di Alessandro Camilletti che negli anni si è avvalso di diverse collaborazioni come Andrea Chimenti o Fabrizio Testa, cambiando pelle costantemente nell’arco di 6 album malgrado il baricentro resti saldo su una poetica post-industriale. Con quest’ultimo Lp – coadiuvato dalle musiche di Maurizio Bianchi – troviamo forse il passaggio più enigmatico e concettuale. Un disco controcorrente innanzitutto perché richiede impegno, attenzione e capacità di trascendere. Ciò che in altre parole un’etichetta sconsiglierebbe a qualsiasi artista.
Flussi e enigmi tra sonorità distopiche
Note sparse. Un disco da suonare al buio, nove nuove tracce per Psycho Kinder
Note sparse. Un disco da suonare al buio, nove nuove tracce per Psycho Kinder
Pubblicato 3 anni faEdizione del 17 marzo 2021
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