Una festa per l’occhio, ballata nel segno del repertorio e della creatività contemporanei, ha visto rinascere all’Auditorium Parco della Musica di Roma il festival Equilibrio nella nuova curatela artistica di Emanuele Masi. A dare il via alla sedicesima edizione, Re: Rosas!, progetto ideato da una maestra del minimalismo coreografico quale è Anne Teresa De Keersmaeker che ha messo a disposizione da qualche tempo il suo quartetto cult del 1983, Rosas dans Rosas, a chiunque lo voglia rielaborare in giro per il mondo. L’operazione è stata abbracciata dall’Accademia Nazionale di Danza di Roma, che sotto la guida di Ricky Bonavita, Cristina Caponera e Luca Russo, ha aperto Equilibrio nella cavea dell’Auditorium con una quarantina di suoi giovani danzatori. Una variazione su tema ben condotta nello stile e nella comprensione di cosa significhi giocare per piccole differenziazioni con cellule di movimento e sequenze ritmiche. Un crescendo dinamico che su una schiera di sedie disposte in doppio fronte non tradisce il capolavoro di Anne Teresa.

IL FLASHMOB dell’Accademia ha fatto da prologo all’ottimo spettacolo d’apertura del festival presentato in prima italiana: Promise della coreografa israeliana Sharon Eyal, ideato per la compagnia tedesca Tanzmainz. Terzo pezzo di Eyal per il gruppo diretto da Honne Dohrmann, Promise risponde, nel battente, gioioso impulso energetico che lo attraversa, a quella fiducia in qualcosa di certo di cui parla il titolo. La firma di Eyal si distingue per la messa a fuoco di un ritmo fisico e musicale che non molla gli interpreti dall’inizio alla fine. I sette danzatori, tra maschi e femmine, formano una sorta di corpo unico sfaccettato.
Calzini e accademico ceruleo, i sette sono tutt’uno con la musica di Ori Lichtik, compositore che da sempre collabora con Sharon Eyal e Gai Behar (in Promise consulente artistico) nella compagnia dei due artisti israeliani L-E-V. Batterista, DJ, Lichtik scrive e improvvisa le sue partiture in una relazione di pelle con gli interpreti. La danza procede vibratile sulle mezze punte, incrociate gioiosamente avanti e indietro senza permettersi pause. Il movimento è seducente, il corpo si avvolge e svolge, una danza tenuta alta dal gioco delle mezze punte e da braccia sensuali che formano cuori o circondano i compagni.

È UN MOTO innamorato del danzare in gruppo che tesse in velocità divertite relazioni. Chiusura travolgente con la musica di Lichtik che cita sempre più chiaramente il tormentone dei Blues Brothers Theme from Rawhide. Rollin’, rollin’, rollin’, keep movin’, movin’ movin’…. E la danza si fa rodeo con un piglio gioioso da frusta. Applausi generosi alla «promise» di riacchiappare la vita che Sharon Eyal incarna nella danza.