La riforma costituzionale che sta per essere approvata in seconda lettura alla camera prevede un nuovo strumento a disposizione del governo per imbrigliare il parlamento: il voto a data certa. Vale a dire che sui disegni di legge che l’esecutivo considera essenziali per il programma (a suo insindacabile giudizio) le camere saranno chiamate a votare tassativamente entro 60 giorni. Come dovranno votare non è detto, non potendosi prescrivere in costituzione l’obbligo di approvare quel che chiede il governo. Per quello c’è il voto di fiducia. Non è un istituto nuovo (è nei regolamenti dagli anni Settanta) ma con il governo...
Politica
Fiumi e canguri, Renzi detta legge
Camere. Tutti gli strumenti, le procedure e i trucchi per mettere fuorigioco i parlamentari. E trasferire a palazzo Chigi il potere legislativo