Una giudice federale, Judith Levy, ha approvato un risarcimento da 626 milioni di dollari per le vittime della crisi idrica di Flint, nel Michigan, una delle peggiori crisi Usa riguardanti la salute pubblica.
Levy ha definito l’accordo un «risultato notevole che stabilisce un programma completo di compensazione e una tempistica coerente».

La maggior parte del denaro proverrà dalle casse dello stato del Michigan, accusato di aver ripetutamente trascurato i rischi derivanti dall’utilizzo del fiume Flint senza aver prima trattato adeguatamente l’acqua.
I pagamenti verranno effettuati in base a una formula che indirizza somme più alte ai richiedenti più giovani e a coloro che possono dimostrare di avere subito i danni maggiori.
La causa è stata intentata da decine di migliaia di residenti, i cui problemi sono iniziati nel 2014, dopo che la fornitura d’acqua della città era stata trasferita al fiume Flint per ridurre i costi. L’acqua del fiume, non trattata, si è rivelata corrosiva ed ha causato la lisciviazione del piombo dai tubi, contaminando così l’acqua potabile, e causando un’epidemia di legionellosi.