All’indomani delle polemiche sulla circostanza che fosse stato messo a conoscenza una decina di giorni fa dei particolari dello scandalo firme false a Palermo anche se dal suo staff hanno smentito, Beppe Grillo è uscito allo scoperto nel suo blog chiedendo «a tutti gli indagati nell’inchiesta di sospendersi immediatamente dal Movimento 5stelle non appena verranno a conoscenza dell’indagine nei loro confronti a tutela dell’immagine del Movimento e di tutti i suoi iscritti». Avvertendo che «l’avvenuta sospensione deve essere comunicata attraverso una mail all’indirizzo listeciviche@movimento5stelle.it».

A rispondere in tempo reale è stata la deputata dell’Assemblea siciliana Claudia La Rocca, la superteste che ha ammesso ai pm di essere stata presente quattro anni fa durante la ricopiatura delle firme a supporto della lista per paura che un errore nell’anagrafe di un candidato potesse portare all’esclusione del movimento dalla competizione elettorale. La Rocca si è auto-sospesa rispettando il diktat del capo. Ora toccherà agli altri indagati. Si parla di otto pentastellati tra parlamentari nazionali e attivisti, ma probabilmente potrebbero essere di più. Si dovranno presentare a partire da lunedì in Procura per essere interrogati alla presenza dei loro avvocati, allora si conosceranno i loro nomi. I magistrati che stanno conducendo l’inchiesta nei giorni scorsi hanno anche acquisito le testimonianze di decine di persone che hanno disconosciuto le firme a sostegno della lista apposte negli elenchi presentati alla cancelleria del tribunale e depositate negli uffici comunali.

Le polemiche sono alle stelle. A cavalcare lo scandalo è il Pd, a tutti i livelli. «Ci sono movimenti nati per cambiare e che ora difendono firme false e il mantenimento del Cnel. Gridavano ‘onestà, onestà’ e ora gridano ‘omertà, omertà’», dice il premier Matteo Renzi. Per la senatrice dem Laura Fasiolo «la richiesta di Grillo di far sospendere gli indagati è l’ennesima presa in giro ai danni degli italiani». Perché «chi va in piazza e grida onestà non può pensare di cavarsela così su una vicenda molto delicata come quella delle firme false, che peraltro hanno permesso a diversi esponenti di essere eletti alla Regione e in Parlamento». «Grillo, Di Maio e Di Battista dovrebbero prima di tutto dire una parola chiara: erano a conoscenza o no di quello che stava accadendo in Sicilia? Non devono rispondere per forza a noi ma a tutti gli elettori che li hanno votati, sì», incalza la senatrice. «Siamo di fronte a un fatto grave – aggiunge Roberto Speranza – è giusto che chi ha sbagliato paghi.

Ci sono indagini in corso, vanno rispettate, ma viene meno quella famosa superiorità morale di cui spesso nel Movimento si parla. Per noi vale la stessa regola: chi ha sbagliato deve pagare». Con la richiesta di sospensione, sostiene il senatore Bruno Astorre (Pd), «Grillo continua ad offendere l’intelligenza degli italiani». «Le vicende di Quarto, Roma e Palermo mostrano chiaramente che la tanto urlata onestà del movimento è un concetto sbandierato – accusa – Loro coerenza fa acqua da tutte le parti. E’ una vergogna». Secondo Stefania Covello, responsabile Mezzogiorno del Pd, «il vaso di Pandora, tenuto ben chiuso da Grillo, ora finalmente viene scoperchiato».

Aggiunge Francesco Scalia, senatore dem: «Se non fosse così grave la vicenda delle firme false ci sarebbe da ridere. Grillo chiede agli indagati palermitani del M5s di autosospendersi a tutela dell’immagine del Movimento e di tutti i suoi iscritti. Pensa di cavarsela così. Per molto meno diversi parlamentari del movimento sono stati espulsi. Due pesi e due misure». Per Fausto Raciti, segretario del Pd siciliano, «la vicenda dimostra quanto i pentastellati siano incapaci e imbroglioni: moralisti con gli altri di giorno e falsari di notte». “Vorrei solo ricordare ai loro ignari e inconsapevoli elettori – continua – che da quella lista sono stati pescati i loro deputati nazionali, spesso, ma sarà certo una coincidenza, familiari dei leader del movimento siciliano a cominciare da Giancarlo Cancelleri». «Suggerirei a Grillo e Di Maio – conclude – di evitare scuse patetiche e chiedere scusa ai palermitani per lo spettacolo indecoroso che stanno offrendo».

Va oltre Ernesto Carbone, componente della segreteria del Pd: «Grillo, Di Maio, Di Battista, sospendetevi anche voi. Avete mentito, dicevate copiato invece erano firme false. Offendete gli italiani». L’hastag che corre su twitter è #omertà.