Diventa definitiva la norma transitoria approvata nel 2021 con l’«emendamento Magi» che ha permesso di raccogliere le firme digitali per i referendum cannabis ed eutanasia (poi bocciati dalla Consulta, il cui presidente di allora, Giuliano Amato, si era detto contrario alle sottoscrizioni digitali).

Il governo ieri ha invece firmato il decreto attuativo che mette in funzione (appena sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale) la piattaforma di raccolta elettronica delle sottoscrizioni per i Referendum e per i progetti di legge di iniziativa popolare.

Il ministro dell’Innovazione tecnologica, Vittorio Colao, ha spiegato in una nota che il decreto recepisce le osservazioni del Garante della Privacy e quelle del ministero della Giustizia.

Ma l’innovazione si attende almeno dal 2019, quando su ricorso dei Radicali italiani per i referendum del 2013, il Comitato dei Diritti umani dell’Onu condannò l’Italia per violazione del Patto sui diritti civili e politici.

Esultano il presidente di +Europa, Riccardo Magi, e Marco Cappato dell’Associazione Coscioni che si è battuta a lungo per questo diritto e che ora esorta il prossimo parlamento ad estendere la raccolta firme digitali anche per la presentazione di liste e candidati alle elezioni: «L’elevato tasso di astensionismo e la sfiducia crescente nelle istituzioni – dice – indicano l’urgenza di compiere un percorso verso un vero e proprio portale della democrazia».