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Firenze, sgomberato lo studentato autogestito: «Trattati come criminali, ma servono posti letto»

Il questore Auriemma durante l’operazione della Digos AnsaIl questore Auriemma durante l’operazione della Digos – Ansa

Firenze La città è sempre più esclusiva anche per l’apertura di studentati privati come quelli dei marchi Camplus e The Student Hotel che applicano canoni più alti di quelli di mercato

Pubblicato circa un anno faEdizione del 19 agosto 2023

Giovedì mattina all’alba a Firenze polizia e Digos hanno sgomberato lo Studentato Autogestito Pdm 27, occupato nel 2016 da un collettivo di studenti dell’ateneo fiorentino. Al momento dello sgombero, con uno schieramento esagerato di agenti e mezzi, all’interno c’erano al massimo 10 persone. L’edificio era stato costruito alcuni anni prima da una società finita sotto inchiesta ed era stato acquistato nel 2011 dalla Asl a prezzi superiori a quelli di mercato. Una volta terminato, l’edifico era rimasto vuoto. Così nel 2015 gli studenti lo avevano occupato. Quell’anno la riforma Isee aveva fatto perdere la borsa di studio a 2mila studenti; 371 avevano perso l’alloggio. «Ci siamo organizzati, e abbiamo deciso di chiedere risposte alle istituzioni» scriveva il Collettivo d’ateneo. Le istituzioni avevano risposto che «i soldi per il diritto allo studio non ci sono». E allora gli studenti si erano autorganizzati restituendo l’edificio a scopi sociali: alloggi per studenti, ma anche un’aula studio aperta a tutte le ore. «Era una risposta concreta ai bisogni degli studenti che vivono una condizione di emergenza abitativa. La risposta, oggi, è solo repressiva» racconta il Collettivo d’ateneo.

Il 9 agosto è stato sgomberato il centro sociale Corsica, nella stessa via del Pdm, nel quartiere Rifredi. Prima ancora sono stati sgomberati quattro stabili, tra cui l’hotel Astor dove era scomparsa una bambina. Gli sgomberi preventivi sono stati disposti dalla Direzione distrettuale antimafia (Dia), che ha delegato l’esecuzione alla Questura di Firenze, nell’ambito «di una più ampia attività concertata con l’autorità di pubblica sicurezza fiorentina» si legge nel provvedimento, e sono stati giustificati con l’attività di contrasto alla mafia e al terrorismo. «Accostare la lotta per diritti allo studio e all’abitare all’attività mafiosa è inammissibile. Si stanno criminalizzando le lotte per i bisogni sociali, attaccate come un problema di ordine pubblico» commenta il Collettivo d’ateneo. «La Dia si sta occupando di movimenti politici. La vicenda dell’ex Astor diventa la ragione per cui si arriva a criminalizzare uno studentato autogestito, in un immobile rimasto vuoto per anni, dove si offrivano servizi gratuiti» scrivono Dmitrij Palagi e Antonella Bundu, consiglieri di Sinistra Progetto Comune. Secondo la Asl l’edifico sgomberato sarà destinato a servizi di salute mentale. «Ma la struttura era vuota da anni prima di essere occupata, e non c’è stato neanche un tentativo di confronto prima dello sgombero» sostiene Palagi.

Oggi la situazione abitativa degli studenti a Firenze è peggiorata ancora. I posti a disposizione dell’ente regionale per il diritto allo studio in città sono appena 1075. «Non ci sono progetti per nuove residenze pubbliche, molti posti sono in ristrutturazione, altri in condizioni fatiscenti» racconta il Collettivo d’Ateneo. L’ente per diritto allo studio ha appena aggiornato i limiti Isee e ha aumentato i costi per le mense, secondo Studenti di Sinistra Firenze: «L’ente ha motivato gli aumenti con il taglio dei fondi regionali. Ma il problema è anche il contesto: Firenze è sempre più cara».

La città è sempre più esclusiva anche per l’apertura di studentati privati come quelli dei marchi Camplus e The Student Hotel che applicano canoni più alti di quelli di mercato. Due mesi fa il comune ha bocciato una proposta di referendum popolare lanciata da alcune associazioni per modificare il regolamento comunale e così distinguere tra l’attività degli studentati privati da quella degli alberghi. E gli studentati privati continuano ad aprire in una città già svuotata dagli Airbnb, che somiglia sempre di più a un villaggio turistico.

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