L’Osservatorio Nimby – che in realtà si muove da strumento delle lobby di costruttori e finanzieri – si rammarica per il crescere dei movimenti di opposizione a grandi infrastrutture e impianti, in realtà spesso inutili e dannosi. Dovrebbe quindi rallegrarsi per la finta attenzione all’ambiente, dichiarata ma non praticata da molti partiti. Tra cui purtroppo si può annoverare il nascente cartello “di sinistra vera”. Nei documenti preparatori dei singoli partiti, e in quello che promuove il processo unitario del nuovo polo, si ribadisce sempre la centralità di «ambiente e sostenibilità».

Per coerenza ci si attendeva, per esempio in Toscana, che la citata enfasi sui temi ecologici inducesse una svolta nella posizione della Regione guidata da Enrico Rossi (Mdp) sul terreno delle grandi opere dall’impatto insostenibile. Visto anche che questa “sinistra vera” si vuole distinguere dal Pd di Renzi, accusato di aver allargato la possibilità di attacco al territorio con lo «Sblocca Italia», oltre che di incoerenza e di “annuncite”. Si va quindi – come pure richiesto da molti esponenti di SI, Possibile e dello stesso Mdp – verso il blocco delle megaopere più criticate e problematiche, quali l’ampliamento dell’aeroporto, l’inceneritore e il sottoattraversamento Tav di Firenze?

Macché, «abbiamo scherzato»! Si confermano in toto i vecchi progetti. Una cosa sono le dichiarazioni programmatiche; altro è la politica “vera”, in cui gli interessi forti di imprese costruttrici e finanza sono evidentemente intoccabili. Con tanti saluti a qualsiasi istanza di innovazione politica, riconversione ecologica e territorializzazione dell’ economia. Che porterebbe tra l’altro nuova occupazione. Si prosegue con logiche e strategie vecchie, con atteggiamenti che sembrano fatti apposta per alimentare diffidenza, disincanto e lontananza anche del popolo di sinistra; in perfetta sintonia con i criticatissimi renziani.

Altro che «primo passo verso la costruzione di una grande Sinistra»: qui siamo evidentemente al più opportunistico riposizionamento elettoralistico.

E sì che sarebbe agevole dichiararsi finalmente per la cancellazione delle opere citate, criticatissime e piene di problemi tecnici (che tra l’altro non si risolvono per declaratoria), al limite dell’irrealizzabilità.

L’inceneritore della Piana Fiorentina, tecnologicamente e programmaticamente obsoleto, presenta infatti impatti ambientali e territoriali insostenibili. Insieme all’ampliamento dell’aeroporto (per cui il ministero dell’Ambiente aveva predisposto tali prescrizioni da rendere il progetto praticamente infattibile) cancellerebbe il Parco della Piana, ultimo grande polmone verde dell’area metropolitana, elemento strategico e irrinunciabile per la rigenerazione della stessa. Il supertunnel AV – sempre fermo per le inchieste giudiziarie e problemi vari, è stato intanto superato dalle stesse Ffss che hanno ribadito che a Firenze l’alta velocità continuerà a arrivare in superficie alla stazione esistente. Ma il progetto di sottoattraversamento è ancora vivo, perché le lobby di escavatori e movimenta tori di terra impongono alla governance di scavare comunque qualcosa, anche di inutile.

I movimenti ambientalisti e di tutela offrono adesso, anche alla “sinistra vera”, l’occasione di riconversione ecologica e innovativa: oggi si terrà una grande manifestazione contro le opere suddette, per una città e una mobilità realmente sostenibili; in una Firenze in cui si sta realizzando il “tram d’oro” (costi altissimi) con gravi disagi quotidiani per i cittadini da cantierizzazioni. Sarebbe il momento perfetto di rompere quelli che la magistratura chiama «Accordi diabolici», e abbracciare l’innovazione, politica ed ecologica.