Due sentenze del Tribunale dei minori di Firenze, emesse a poche ore l’una dall’altra, riempiono, come ormai d’abitudine, il vuoto lasciato dalla politica sul piano dei diritti civili. Due coppie gay hanno ottenuto il riconoscimento in Italia dell’adozione dei loro bambini avvenuta all’estero.

A fare da apripista è stata la sentenza con la quale due uomini italiani residenti nel Regno Unito – sostenuti dalla Rete Lenford, di avvocati per i diritti Lgbt – hanno ottenuto la trascrizione in Italia dei provvedimenti emessi da una corte britannica che riconoscono l’adozione di due fratellini orfani dei genitori biologici. È una prima volta assoluta nel nostro Paese ancora diviso e fermo alla diatriba sulla cosiddetta stepchild adoption, l’adozione del figlio del proprio partner nel caso di coppie omoaffettive, ormai acquisita nel mondo più civilizzato e introdotta per la prima volta nella giurisprudenza italiana da una sentenza del Tribunale dei minori di Roma del 2014 in favore di una bimba e delle sue due mamme.

La seconda sentenza, emessa sempre dai giudici di Firenze sulla stessa logica di diritto della prima, ha regolarizzato la posizione di altri due uomini, un italiano e uno statunitense, che vivono a New York insieme alla loro bimba adottiva di quasi tre anni.

La Rete Lenford, che ha vinto la battaglia giudiziaria della famiglia britannica, ha spiegato su quali diritti universalmente riconosciuti si basa la storica sentenza: «La disposizione normativa prevede che l’adozione pronunciata dalla competente autorità di un Paese straniero ad istanza di cittadini italiani che dimostrino di avere soggiornato continuativamente nello stesso e di avervi avuto la residenza da almeno due anni, viene riconosciuta ad ogni effetto in Italia purché “conforme ai principi della Convezione” (dell’Aja 29 maggio 1993)».

Convenzione internazionale che «non pone limiti allo status dei genitori adottivi, ma richiede unicamente la verifica che i futuri genitori adottivi siano qualificati e idonei all’adozione, esame che nel caso di specie è stato puntualmente effettuato dalle autorità inglesi, riservando l’eventuale rifiuto all’ipotesi che il riconoscimento sia manifestamente contrario all’ordine pubblico».

Le due sentenze, accolte dalla solita «indignazione» delle destre e dei cattolici più oltranzisti (una per tutte, il ministro della Famiglia Costa che ha suggerito al parlamento di valutare la «percorribilità di un conflitto di attribuzione»), sono state invece salutate dalle associazioni Lgbt, da SI e da Radicali italiani come un’ulteriore prova che si debba procedere spediti verso una legge sulle adozioni gay. Lontana, però, perché la Camera è invece ancora ferma all’indagine conoscitiva (che ha appurato l’infondatezza di ogni discriminazione) appena depositata in Commissione Giustizia.