E’ pieno il ponte che la Rete antirazzista fiorentina ha voluto occupare, lanciando un messaggio nella bottiglia e affidandolo alla corrente dell’Arno, perché Mimmo Lucano e tutta Riace sappiano che non sono soli. Sono quasi un migliaio i manifestanti che si affollano su Ponte Santa Trinita, proprio in faccia a Ponte Vecchio. E spiegano agli onnipresenti turisti che si tratta di una iniziativa a sostegno di un sindaco che è stato arrestato per aver fatto rinascere, grazie agli immigrati, il suo piccolo e spopolato paese.
“Do you know Bronzi di Riace?”. Una schermata dello smartphone aiuta a far capire ai giovani spagnoli, tedeschi, giapponesi che quello di Mimmo Lucano è il paese dei Bronzi, e anche di un modello di accoglienza e integrazione che ha varcato gli oceani, ora minato da quelli che “prima gli italiani”, e quelli che “onestà onestà”. Così si manifesta anche contro il coprifuoco ai richiedenti asilo e il controllo della corrispondenza, ultimo colpo di genio di un potere governativo che anche nelle sue diramazioni locali si fa notare. In negativo.
Le più arrabbiate sono le donne. Ce ne sono tante, e quando chiedi perché siano qui rispondono che sono indignate per quello che hanno fatto al sindaco Lucano e alla sua città. “Io non sono buonista – racconta Federica, siciliana d’origine – non lo sono mai stata. Ma ho amici, razzisti, che anche nell’isola hanno cominciato a dire che gli immigrati rubano, spacciano, si comportano male, e quindi devono tornare a casa loro. Fanno di tutta l’erba un fascio. Allora rispondo che con questa logica tutti i siciliani dovrebbero essere considerati mafiosi… Sono incazzata, per una volta che qualcosa funzionava bene, come a Riace, la fanno finire prendendosela con un uomo perbene”.
Un uomo perbene, questo è Mimmo Lucano per chiunque sia qui sul ponte. “Sono qui per lui – dice Cristina – per un sindaco onesto e capace, che è una rarità, messo nel mezzo da un governo che mi preoccupa tantissimo”. Ecco Paola: “Quando i figli vanno a scuola impari che non è possibile rinunciare all’integrazione, siamo nel 2020 e il mondo si muove sempre più veloce, non si può arginare la storia. E poi bisogna ribadire tutti i giorni da che parte stiamo, se stiamo con i razzisti o no. Per questo sono qui, non lo facevo da anni ma questa volta mi sono proprio indignata”.
“Solidarietà, antirazzismo e antifascismo – ricordano quelli della Rete Antirazzista – sono principi costituzionali. Stare con Riace significa tener fede a questi principi”. Ci sono le magliette degli attivisti di Firenze città aperta e le bandiere di Rifondazione, Paul Ginsborg che parla con Ornella De Zordo e ancora Pancho Pardi, i dirigenti di Mdp e di Si, soprattutto tanti uomini e donne che vogliono dire la loro: “Senza politiche come quelle di Mimmo Lucano tanti paesi del sud rischiano di morire – ricorda Cosimo Regina – sono proprio arrabbiato per quello che gli stanno facendo”.
Accanto al ponte viene calato un grande dipinto del giovane Juri Romagnoli, in arte Hopnn: “L’ho fatto perché ci tengo a far sì che questo messaggio di solidarietà sia visibile a tutti”. “Dovevamo essere qui – raccontano Doriana e Katia – per far sentire meno solo Mimmo Lucano, e fargli capire che siamo dalla sua parte”. Dal ponte parte un corteo verso la vicina Piazza Santo Spirito. Nessuno ancora sa che, a pochi chilometri da qui, c’è stata l’ennesima tragedia sul lavoro, che ha visto coinvolti tre operai edili fra cui due immigrati africani. Uno di loro non tornerà più a casa. Ma per il governo, e i suoi tanti elettori, il problema è Mimmo Lucano.