Sempre nell’occhio del ciclone i Grammy Awards, la manifestazione organizzata dalla Recording Academy che il 31 gennaio nominerà i vincitori della 63esima edizione. Dopo le accuse di The Weeknd e Halsey è stata Fiona Apple, candidata per il 2020 nelle categorie Best Rock Performance, Best Rock Song e Best Alternative Music Album, a muovere critiche pesantissime ai massimi riconoscimenti assegnati dall’industria discografica statunitense. In un’intervista rilasciata al Guardian, l’artista newyorchese ha condannato la presenza nelle nomination della categoria Record of the year, che premia non l’interprete della canzone ma il team che l’ha prodotta, di Lukasz Sebastian Gottwald ovvero Dr. Luke: il producer, oggi attivo come Tyson Trax dopo la lunga battaglia legale seguita alle accuse di violenza sessuale avanzate nei suoi confronti da Kesha, è infatti in lizza insieme a Mike Bozzi per la produzione del singolo di Doja Cat Say So.

SEPPUR PROSCIOLTO da ogni accusa dal punto di vista processuale, l’eco della vicenda ha avuto un enorme impatto sulla sua carriera così da costringerlo a cambiare nome. L’essere in lizza con sole donne al titolo di Best Rock Performance – oltre alla Apple, sono state nominate le HAIM, Brittany Howard, Phoebe Bridgers, Grace Potter e i Big Thief, guidati da Adrianne Lenker sembra l’occasione giusta per celebrare una sensibilità verso il «bilanciamento» tra uomini e donne che sta caratterizzando le istituzioni americane, ma la presenza di Trax è stigmatizzata dalla Apple: «Mi sono sentita come se stessi facendo esattamente quello che volevano loro», ha spiegato – «adesso sì che va bene! Sono stata nominata! Siamo quasi tutte donne quest’anno: i Grammy sono grandi. Mi ricordo quando avevano spedito Kesha sul palco dicendole ‘ti crediamo’ – e io le credo – e poi, due anni dopo, mi ritrovo Tyson Trax».