«La legalità deve essere al centro della nostra mobilitazione, per questo penso che vada lanciata l’idea di uno sciopero al contrario: per includere i tanti disoccupati e in mobilità che un lavoro non l’hanno più, invece di scendere in piazza potremmo chiedergli di mettersi a disposizione della collettività sul territorio». Maurizio Landini conclude così, lanciando un’idea nuova di mobilitazione, la lunga giornata di convegno sul tema “Lavoro e legalità”, chiedendo al governo di «intervenire e decidere: bisogna far rientrare i capitali dall’estero, fare le norme antiriciclaggio, combattere seriamente l’evasione fiscale e il falso in bilancio. Qui siamo a un banco di prova, adesso le parole sono finite, bisogna passare ai fatti».

A Milano dal palco della Fiom si sono alternati personaggi del calibro del ministro della Giustizia Andrea Orlando, il pm di Mani Pulite Gerardo Greco, Don Luigi Ciotti, l’economista Mariana Mazzucato, il presidente della neonata Autorità anticorruzione Raffaele Cantone.

Uno degli interventi più applauditi è stato quello di Don Ciotti. Il fondatore della comunità Abele, grande amico della Fiom, ha posto parecchi interrogativi e domande al governo. A partire dal ripristino del reato di falso in bilancio per finire con la richiesta di utilizzare i prodotti agricoli ri-nati dalle aree confiscate alla mafie nei «tanti pranzi e cene che ci saranno durante il semestre europeo a guida italiana». Un invito accolto dal ministro Orlando, assieme alla necessità di «un’azione collettiva» – e non quindi «il protagonismo di uno solo» – nella battaglia contro la corruzione.

Le dimensioni del fenomeno infatti sono «spaventose». Anche perché, come ha illustrato Francesco Greco nella sua disamina approfondita del fenomeno, «il valore del sommerso in Italia è sottostimato». I governi succedutisi e l’Unione europea non hanno fatto niente per contrastare i paradisi fiscali e il loro uso da parte di troppi nostri connazionali. «Si parla tanto di spread e inflazione, pochissimo di evasione e paradisi fiscali e di come combatterli efficacemente», ha chiosato Greco.

E se il ministro Andrea Orlando ha parlato della «lotta alla corruzione come un seme da piantare», l’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco ha lanciato una serie di proposte per recuperare risorse dall’evasione e dall’elusione in tempi e modi molto stretti, basandosi sul modello francese. Una ricetta rilanciata da Landini nelle sue conclusioni.