Tre giorni di incontri sulla riforma costituzionale. Ma anche di cinema, teatro, musica e sport. È la Festa della Costituzione, organizzata dal Comitato per il No al referendum, in programma fino a domani a Roma, a Testaccio, alla Città dell’Altra Economia. Con l’obiettivo di aiutare i cittadini a informarsi sulle questioni poste dalla riforma: ogni giorno sono previste lezioni sulla Costituzione e dibattiti con giuristi, costituzionalisti, politici e giornalisti. E si parlerà anche di diritti: al lavoro, al sapere, all’informazione, questioni inscindibilmente legate a quelle legislative.

«La Costituzione non è un documento per il governo per contenere il popolo: è uno strumento per il popolo per contenere il governo». Questa frase del costituente americano Patrick Henry ricordata dal Comitato, è un ottimo punto di partenza per riflettere sul referendum. Ieri ne hanno discusso gli studenti universitari, per i quali il pericolo principale della riforma è l’eventuale grande concentrazione di poteri a favore dell’esecutivo. «Nel progetto di Renzi i nuovi poteri del governo sono chiarissimi, ciò che riguarda il Parlamento non lo è», dice Giulio Breglia, del coordinamento universitario per il No. «C’è un forte attacco da parte del presidente del consiglio agli spazi democratici, con una riforma basata sull’idea di un uomo solo al comando e che favorisce le fasce più forti, aumentando le disuguaglianze sociali. È una riforma di destra, noi siamo di sinistra». Gli studenti per il No non ci stanno a essere dipinti dalla vulgata renziana come “conservatori”: «Vogliamo approfondire le questioni referendarie e confrontarci, in un momento di grave crisi politica. Scuola e università sono luoghi fertili per dibattere». Ma non è facile: «A Giurisprudenza ci hanno impedito confronti sul referendum», racconta Alessandra, Unione degli Universitari Sapienza (Udu), «perché era un’iniziativa ’politica’. A Scienze Politiche, dove è successo lo stesso, il 60 per cento dei professori e il preside hanno firmato per il Sì. Sarà che il Garante degli Studenti, professor Ceccanti, ha collaborato a scrivere la riforma?».

Gli universitari criticano anche la “Buona Scuola” renziana: «Fa parte dello stesso progetto, una persona forte che decide. Con un dirigente scolastico che può anche non essere un professore. Ciò fa capire quanto la visione di questo governo sia lontana dalla nostra realtà». L’importanza della democrazia, di fronte a una riforma che sottrae spazi ai cittadini: se ne continuerà a discutere stasera, nell’incontro moderato da Pietro Adami, con Stefano Fassina, Giovanni Russo Spena, Pierpaolo Leonardi, Gianni Ferrara, Giuseppe Ugo Rescigno. E domani, prima con l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino e il costituzionalista Massimo Villone, poi nel dibattito moderato dalla direttrice del manifesto Norma Rangeri, con Alessandro Pace, Armando Spataro, Elena Fattori, Guido Calvi, Alfiero Grandi e Loredana De Petris.