Non basta essere un malato terminale per avere ragione, nemmeno se ci si autosospende le terapie per ottenere ascolto dal Parlamento. Potrebbe essere un ricatto, basato su una pretesa assurda. Ma Massimiliano “Max” Fanelli chiede “semplicemente” che la Costituzione sia rispettata e che il Parlamento la smetta di disonorare se stesso.
Fanelli ha 54 anni, un passato diviso tra il lavoro in una multinazionale e il volontariato per l’Africa. Il 26 settembre 2013 riceve la diagnosi: Sclerosi Laterale Amiotrofica. Due settimane prima avevamo presentato la legge di iniziativa popolare per legalizzare l’eutanasia e il testamento biologico. Durante questi due anni, il Parlamento è rimasto immobile. Max no. Pur essendo fisicamente immobilizzato, ha mosso tantissimi altri a sostegno della richiesta che il Parlamento finalmente discuta di fine-vita, ha fondato il movimento #iostoconmax, ha ricevuto sostegni importanti, inclusa la visita nella sua casa di Senigallia della Presidente Boldrini.

Ora Max “dice” (scrivendo attraverso il movimento degli occhi su un computer) «Basta! ho interrotto le cure per la SLA (…). Insieme a tante altre situazioni come la mia, incredibilmente, i diritti dei morenti sono costantemente trascurati dai capigruppo di Camera e Senato che ignorano completamente ogni appello a legiferare in tal senso, da ovunque esso provenga. A nulla sono valsi la legge di iniziativa popolare sul fine vita depositata a settembre 2013 dall’Associazione Luca Coscioni, gli innumerevoli appelli di malati e familiari, i nostri due appelli ad occuparsi del problema, accompagnati dalle firme di 82 deputati e senatori, l’invito a legiferare della Presidente della Camera Laura Boldrini e dell’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel nulla sono finiti i nostri appelli sia scritti che videoregistrati al Presidente Mattarella e al Papa. E’ inaccettabile che vengano trattati in questo modo migliaia di malati terminali, costretti dall’assenza di una legge sul fine vita a subire dolori e sofferenze condivise sia dal malato che dalla famiglia. E’ incredibile che cadano nell’oblio cosi velocemente le nostre richieste, quelle del movimento #iostoconmax e quelle di migliaia di cittadini italiani o personaggi famosi e politici che si sono fatti fotografare con la nostra cartolina speciale, inviatami poi a casa e consegnata a luglio, tramite la Boldrini, nelle loro mani, scivolando nella totale indifferenza dei capigruppo di Camera e Senato. Noi parliamo di Dolore, di Malattia, di Morenti. Noi rivendichiamo il diritto alla Libertà e alla Dignità, di tutti. CARO STATO, SE NON MI DAI LA LIBERTÀ E LA DIGNITÀ, TIENITI PURE LE MEDICINE PER LA SLA!» (Massimo ‘Max’ Fanelli).

E’ passata una settimana, durante la quale ha sospeso l’assunzione di Riluzolo, il farmaco specifico contro la Sla. Parlamentari come Brignone e Ricciatti sono intervenute in aula per richiamare il suo caso. L’intergruppo «eutanasia e testamento biologico», al quale abbiamo dato vita con Borletti Buitoni, Nicchi e Locatelli, ha fatto convergere oltre 160 Parlamentari sulla richiesta di calendarizzazione. Ancora però un impegno ad aprire almeno la discussione, lasciando aperte le soluzioni legislative, non si è manifestato. Né il tema è riuscito a entrare a far parte di qualche palinsesto televisivo, magari in uno di quei talk-show autoreferenziali in crisi d’ascolti. Dopo i diritti dei malati, il diritto calpestato è quello di tutti i cittadini a conoscere le ragioni a favore e quelle contrarie alla legalizzazione dell’eutanasia e del testamento biologico. Il Parlamento dovrebbe essere il primo luogo dove questo dibattito vive e raggiunge l’opinione pubblica, se fossimo in democrazia.

Max non ha ragione perché malato terminale. Max ha ragione perché secondo la Costituzione «il popolo esercita l’iniziativa delle leggi». Max non chiede nulla, meno che mai pietà. Max offre coraggio al Parlamento italiano, nella speranza che i grandi potenti della politica e dell’informazione vogliano recuperare il ritardo accumulato nei confronti della società italiana e sostituire alla clandestinità la legalizzazione. Max non ha tempo, e aiuta così a non perderne dell’altro.

*Associazione Luca Coscioni