È stato chiesto il rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno – e altre otto persone – per un presunto finanziamento illecito ricevuto per le elezioni regionali del 2010 e mascherato, per l’accusa, da un falso sondaggio.

Nel febbraio scorso la procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati l’ex presidente della Regione Lazio Renata Polverini e l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno con l’accusa di essere «il regista dell’operazione» di finanziamento illecito. Fabio Ulissi, collaboratore dell’ex sindaco, e Giuseppe Verardi, ex manager della società di consulenza «Accenture», finirono agli arresti domiciliari.

L’inchiesta partì proprio dopo la denuncia della società «Accenture» che, dopo verifiche interne, aveva scoperto un giro di false fatture che avevano creato un fondo di 30mila euro. Destinati ad approntare un falso sondaggio sulla qualità dei servizi scolastici, in realtà, per l’accusa, si trattava di propaganda elettorale in favore della lista Polverini, che poi vinse le regionali del 2010.

Secondo gli inquirenti, quei soldi sarebbe stati consegnati a Ulissi, da Verardi. E Alemanno sarebbe stato il «regista» di tutto. Non basta. Perché dalle testimonianze, risulterebbe che Alemanno «ha contattato la società Accenture ed ha commissionato un’attivita’ di ‘sondaggio’ senza pagarne il corrispettivo e lucrando dunque in favore del gruppo politico di appartenenza» la somma di 25mila euro.

Ma l’analisi delle mail tra le società coinvolte nella vicenda – la Accenture appunto e la Coesis srl, la società che materialmente realizza l’indagine – «consente di affermare con certezza che i ‘sondaggi’ erano in realtà una vera e propria attività di telemarketing per promuovere la lista del Pdl e del candidato alla presidenza della regione Renata Polverini…». Nelle regionali 2010 compariva nella Lista Polverini anche Isabella Rauti, moglie di Alemanno.