È una notizia doppiamente felice per Giuseppe Conte, che vuole essere il primo ad annunciarla via tweet

Poi il presidente del consiglio precisa, ringraziando i «servizi di intelligence esterna», cioè l’Aise.

L’attesa finirà oggi alle 14, all’aeroporto di Ciampino dove la giovane cooperante della Onlus «Africa Milele» atterrerà dopo aver passato un anno e mezzo presumibilmente nelle mani di Al Shabab, gruppo somalo affiliato ad al-Qaida. Era stata sequestrata in Kenya a 80 chilometri da Malindi.
Conte gioisce per la notizia in sé naturalmente, ma anche perché capita al momento opportuno.

Popolarissimo nella prima fase del lockdown, il premier vede in questi giorni le sue azioni scendere, almeno sul listino dei sondaggi. La conclusione positiva e ormai inattesa della liberazione di Silvia gli regala nuovo smalto. Il ministro degli esteri Luigi Di Maio, che oggi sarà a Ciampino per accogliere la giovane cooperante, segue da presso: «Volevo darvi una buona notizia. Silvia è libera.

Lo Stato non lascia indietro nessuno», e sottolinea il ruolo avuto dalla Farnesina, spiegando di aver parlato personalmente con Silvia («le ho detto che siamo tutti contenti che finalmente possa tornare in Italia») e con il padre. Se Di Maio, affermando che «lo Stato non lascia indietro nessuno», adopera la stessa formula usata decine di volte per rassicurare i milioni di italiani minacciati dalla crisi economica innescata dal Covid 19 non è un caso. Di fatto i due fronti si intrecciano.

La liberazione della cooperante ad opera della nostra intelligence diventa un segnale generale, una profezia, la dimostrazione che davvero «Tutto andrà bene».

Esprime la sua felicità anche il capo dello Stato, Mattarella: «La notizia è motivo di grande gioia per tutti gli italiani». Per i familiari c’è «affettuosa solidarietà». Per l’intelligence «riconoscenza e congratulazioni».

Premier e ministro degli Esteri sono l’avanguardia. Ma è questione di un attimo e le agenzie di stampa si riempiono di comunicati, necessariamente tutti molto simili. La gioia, sincera e unanime per la salvezza della cooperante. La notizia felice che arriva in un momento che di felicità ne conosce ben poca. I ringraziamenti, unico aspetto nel quale si colgono differenze. I 5 Stelle con il reggente del Movimento Vito Crimi in testa, ma non il Pd, ringrazia il presidente del consiglio. Il leader leghista Matteo Salvini, come tutta l’opposizione, si limita a elogiare la «straordinaria operazione» dell’intelligence. Qualche leghista già anticipa che «ora bisognerà fare chiarezza».

È presto per dire se anche il sequestro di Silvia Romano, come quasi tutti quelli precedenti, fornirà il destro per scatenare polemiche politiche Non ci sono di questi dubbi nelle campane a festa che suonano a distesa nella parrocchia del quartiere della giovane appena liberata, e tanto meno nelle parole del padre Enzo Romani, che a botta calda, travolto comprensibilmente dalle emozioni, non commenta: «Lasciatemi respirare. Devo reggere l’urto». Silvia Romano al suo ritorno sarà ascoltata dai pm della procura di Roma che hanno avviato un’indagine per rapimento a scopo di terrorismo.

Per ora, nel giorno della notizia della liberazione, tra i saluti c’è quello di Giuliana Sgrena, la cui liberazione nel 2005 fu accompagnata dalla tragica scomparsa del suo liberatore Nicola Calipari. Un saluto sincero e privo di retorica: «Spero che si riprenda dal trauma: non sarà facile». Ma per lei, come per tutti, la notizia di ieri è stata «la luce in fondo al tunnel».