Il vicepresidente della commissione Esteri della Camera Erasmo Palazzoto è «persona non gradita» in Turchia. Troppo filokurdo. Troppo solerte nel denunciare le persecuzioni e i massacri della popolazione kurda da parte del generale Erdogan e del suo regime. Sarebbe stata la sua presenza nella delegazioni che il prossimo 22 febbraio doveva recarsi ad Ankara a «consigliare» l’annullamento della missione, spiegata invece dal presidente della commissione Esteri Cicchitto con la mole di impegni che grava sul governo turco data la fase «cruciale» dei colloqui di Monaco sulla guerra in Siria. In quella guerra il nemico, per la Tuchia, non è l’Isis: sono le milizie kurde. Proprio ieri il primo ministro turco Davutoglu ha detto che l’esercito è pronto «se necessario» a un’azione militare contro i curdi che in Siria combattono contro l’Isis.

Palazzotto era stato in realtà il primo a insistere con Cicchitto perché la missione fosse organizzata e perché potesse incontrare anche membri dell’esecutivo turco, in particolare il ministro degli Esteri. Venerdì, il parlamentare di Si aveva incontrato l’ambasciatore turco, per protestare contro la repressione a Cizre, che sarebbe costata la vita ad almeno 100 civili. A parlare del veto turco è stato ieri, sul suo blog, il giornalista del Sole-24 Ore Alberto Negri. Il gruppo di Sinistra italiana ha preso atto della tesi di Negri e il capogruppo Arturo Scotto ha scritto una lettera di fuoco alla presidente Boldrini chiedendo chiarimenti su un fatto che, se confermato, «sarebbe gravissimo» e «necessiterebbe da parte della Camera dei Deputati e della stessa Farnesina di una presa di posizione netta e immediata». Nichi Vendola rincara con un tweet: «Ora aspettiamo parole chiare e nette di Matteo Renzi».

La Farnesina smentisce. «La notizia – recita la stringata ma tassativa nota del ministero degli Esteri – è priva di qualsiasi fondamento», dal momento che il ministero stesso «non ha avuto alcun ruolo nella vicenda».

Il diretto interessato, Erasmo Palzzotto, si dichiara «contento della smentita degli Esteri, ma a questo punto posso solo augurarmi che la missione possa partire subito dopo la fine dei colloqui di Monaco e che la sua composizione, che verrà decisa dal presidente Cicchitto e non dalla Farnesina, rimanga la stessa».

Sul «giallo» creatasi intorno al caso, Palazzotto non si sbilancia e resta prudente: «Non posso credere che il ministero sia intervenuto direttamente, ma certo qualcuno in quelle stanze ha tirato un sospiro di sollievo quando ha visto che la missione era sospesa. I rapporti con gli Esteri sono sempre stati buoni, ma non si può certo dire che il nostro governo si sia speso troppo sul tema della sistematica violazione dei diritti umani da parte della Turchia. Più precisamente non si è speso affatto. Così, se le mie posizioni in difesa del popolo kurdo ‘non sono pertinenti’, posso solo sperare che il governo italiano diventi a sua volta un po’ più ‘impertinente’ di come è stato sinora su questo fronte».