Internazionale, con nomi sia gloriosi che giovani, alla scoperta di nuovi sguardi e linguaggi. È il biglietto da visita di Filmmaker Festival 19 che si svolge a Milano dal 15 al 24 novembre presso le sale Arcobaleno, Beltrade e Film Tv Lab. Fedele alla sua tradizione di ricerca, il programma di Filmmaker 19 è ricchissimo di spunti, curiosità, provocazioni, stimoli e scoperte, ingredienti che difficilmente si trovano non solo nelle programmazioni mainstream, ma anche nei festival e anche per questo Filmmaker è un appuntamento amato sia dai cinefili che da chi il cinema lo fa.

LA VOCAZIONE a rompere gli schemi e dare spazio a esperienze diverse si vede già dai due film scelti per aprire e chiudere il festival. Si inizia con Nomad: in the Footsteps of Bruce Chatwin, nuovo documentario di Werner Herzog che uscirà nelle sale italiane nel 2020 e che non è un semplice biopic dello scrittore/viaggiatore, ma il commovente racconto dell’amicizia fra l’autore di In Patagonia e il regista. Agli estremi del linguaggio cinematografico c’è il film che suggella il finale della rassegna, ovvero Vitalina Varela, film di Pedro Costa che ha vinto il recente festival di Locarno e che è uno straordinario affresco di perfezione formale.

In concorso internazionale ci sono Felix in Wonderland di Marie Losier che firma un nuovo capitolo della sua collezione di eccentrici ritratti d’artista con questa pellicola dedicata all’universo di Felix Kubin e del suo strumento d’elezione, il korg MS-20. Molto vitale e cadenzato da versi ipnotici è l’argentino Parsi, co-firmato da Eduardo Williams e dal poeta Mariano Blatt che si immergono in un’epopea sensoriale girata all’interno della comunità trans e queer di Bissau. Al confine fra cinema, arti figurative e performace si inserisce Zeus Machine. L’invincibile, film a episodi ispirato al mito delle fatiche di Ercole e firmato da Zapruder filmmakersgroup, un collettivo amato da molti festival internazionali per lo sguardo inedito. All’occhiuta riproduzione delle immagini moltiplicate delle macchine tecnologiche è dedicato Present. Perfect di Zhu Shengze, un’immersione negli abissi del live-streaming cinese e dell’esibizione di sé.

Il tema di un altro sguardo, quello interiore, è affrontato da due pellicole: Piuccheperfetto di Riccardo Giacconi che esplora attraverso uno schermo digitale le metamorfosi di un adolescente che vive in centro Italia e sogna di diventare un trapper; e poi Nel mondo di Danilo Monte, diario di un uomo che sta diventando padre e racconta il suo travaglio di maschio dentro il triangolo familiare.

ALLA DISPERANTE realtà che deflagra guardano le pellicole di Lech Kowalski che a Filmmaker porta On va tout péter, racconto delle agitazioni operaie di una fabbrica francese minacciata di chiusura e che sviluppa una riflessione potente e rabbiosa sul senso della lotta e sulle necrosi dell’apparato sociale; e poi c’è Bitter Bread di Abbas Fahdel che documenta la vita, la sopravvivenza quotidiana e lo spirito resiliente di alcuni profughi siriani rifugiati in Libano.

Sul fronte della riflessione, e sempre in concorso internazionale, c’è Un film dramatique di Eric Baudelaire che per quattro anni ha lavorato con studenti di una scuola media parigina chiedendo loro di raccontarsi liberamente attraverso video girati con il cellulare. Il risultato è un percorso di sperimentazione del linguaggio, di confronto e scoperta di sé.

DA NON MANCARE sono gli incontri con Alain Cavalier, l’ottantottenne regista francese che porta quattro pellicole scelte da lui stesso come una sorta di autoritratto: La rencontre, Martin et Léa, Irène e il recente Etre vivant et le savoir in prima italiana. Oltre agli italiani under 35 a cui è dedicata la sezione Concorso Prospettive, un laboratorio di idee nonché momento di incontro e scontro fra visioni e punti di vista, la sezione Moderns ospita Ken Jacobs, un altro ultraottuagenario nonché nume tutelare del cinema di ricerca statunitense che a Filmmaker porta in anteprima The Sky Socialist e The Sky Socialist 2, due parti di un film girato nell’arco di 50 anni, un work in progress montato, rimontato e modificato infinite volte e che qui, almeno per ora, trova una forma stabile.