Roberto Fico e Luigi Di Maio si confrontano a distanza, ribadiscono le loro posizioni ma si promettono fedeltà in un momento delicatissimo, forse la prima vera prova del fuoco, del governo con la Lega.

L’UNO-DUE DEL PRESIDENTE della camera passa per due feste di partito che si collocano su opposte sponde del Tevere: prima quella di Mdp, alla Città dell’Altraeconomia, poi ad Atreju, la kermesse dei giovani di destra oggi associata a Fratelli d’Italia. Il presidente della camera non aggira le domande, sottolinea le differenze con Di Maio, ma rimane fedele alle coordinate ideologiche del Movimento 5 Stelle. «Lavoro per sintetizzare le diverse posizioni nel M5S» dice costeggiando la riva sinistra. Il refrain resta quello della coerenza con lo spirito post-ideologico che sin dalle origini ha segnato il grillismo.

«C’erano persone con posizioni di sinistra e di destra che cercavano di lavorare per costruire un qualcosa che andasse oltre, nell’interesse delle nostre città e dei nostri territori», sottolinea Fico quando gli chiedono se si sente di rappresentare la «sinistra del M5S». Lui ammette di pensarla diversamente dall’amico/nemico Di Maio sui salvataggi dei migranti nel Mediterraneo. Ma il vero dato politico è che non ha alcuna intenzione di incrinare la struttura trasversale del grillismo.

Invoca diplomaticamente «la fatica di discutere, di confrontarsi per non dividersi ma per costruire qualcosa d’altro». Ancora, affacciandosi alla riva destra di Atreju lancia un segnale di concordia al vicepresidente del consiglio grillino: «La stampa cerca sempre di tornare sulle divisioni tra me e Di Maio. Amiamo il sud, veniamo dalle stessa terra, e vogliamo trasformarla. Possiamo avere idee diverse sulle Ong ma siamo uniti nel Movimento e nei suoi sforzi per andare avanti».

IN SERATA, LUIGI DI MAIO prende la parola. Mentre Giuseppe Conte manda messaggi di concordia, Di Maio sceglie di drammatizzare le tensioni di questi giorni e stringe il cerchio che assedia la diligenza della legge di bilancio. In una lunga lettera aperta agli oltre 300 parlamentari 5s (alcuni in sofferenza per il rapporto con la Lega) ribadisce la linea gialloverde e incoraggia tutti a sostenere l’esecutivo: «Sono giorni importanti per il nostro governo perché siamo ad un bivio – scrive il vicepresidente del consiglio – Dobbiamo decidere se avere il coraggio di stravolgere gli schemi del passato, o adeguarci a quello che i parrucconi di questo paese sostengono, nulla di quello fatto negli ultimi 20 anni».

DI FATTO, DI MAIO CONFERMA la linea dettata da Casalino nell’audiomessaggio divulgato il giorno prima: «Il lato oscuro dello stato non crede neanche minimamente di poter avere qualche garanzia da noi. Questo ci deve rendere orgogliosi, ma ci deve far tenere sempre alta la guardia». La settimana decisiva per le sorti della maggioranza e per la realizzazione delle promesse elettorali è appena cominciata.