«Le politiche del governo hanno un carattere apertamente criminale, l’omissione di soccorso a seguito della quale sono morte 117 persone viola i più elementari principi giuridici» inizia così un duro atto d’accusa contro l’esecutivo gialloverde pronunciato ieri dal professor Luigi Ferrajoli.

Ripercorrendo la tradizione secolare del diritto a emigrare, codificato nel 1500 a Salamanca per legittimare la colonizzazione del «Nuovo mondo», Ferrajoli ha evidenziato i rischi che l’attuale gestione dei flussi migratori genera rispetto all’intero assetto democratico e costituzionale. «C’è un’alleanza tra razzismo e liberismo per disgregare le società e capovolgere la direzione dei conflitti sociali – ha continuato il professore – Questo processo mina le fondamenta degli ordinamenti giuridici e fa ammalare le comunità. Bisogna opporsi in tutti i modi al veleno del contagio. Dovremmo vergognarci già da ora per quello che sta accadendo».

Al dibattito «Opporsi è possibile» hanno partecipato anche esponenti del mondo della politica e delle associazioni. «Cento migranti stanno per essere deportati in Libia in violazione di tutti i trattati internazionali – ha detto Erasmo Palazzo, deputato di Liberi e Uguali e membro dell’equipaggio di Mediterranea – È gravissimo che siano autorità italiane a coordinare operazioni di soccorso che riporteranno le persone nell’inferno da cui fuggono. Nessuno può dire che la Libia sia un porto sicuro». Andrea Costa di Baobab Experience ha sottolineato la difficile situazione nella capitale: «A Roma non c’è più accoglienza. Ma le persone continuano ad arrivare, perché gli sbarchi non sono finiti».

Tra gli interventi degli ospiti e quelli del pubblico è emersa un’esigenza comune, che in queste ore è sentita da tanti: mobilitarsi per mostrare un paese diverso da quello raccontato dal ministro degli interni. Venerdì prossimo a Roma, dalle 17 in piazza dell’Esquilino, la rete Restiamo umani convoca un presidio rumoroso con lo slogan «Non possiamo più stare a guardare, è tempo di agire». Il 16 febbraio a Milano si terrà una manifestazione regionale contro l’apertura del Centro di permanenza per il rimpatrio (ex Cie) di via Corelli. Il 2 marzo, sempre nella città meneghina, è previsto un corteo nazionale antirazzista.