Stava viaggiando per partecipare al festival di El Gouna, dove avrebbe dovuto discutere il progetto del suo nuovo film. Ma le autorità egiziane gli hanno impedito di raggiungere la destinazione sul Mar Rosso. Fermato all’aeroporto del Cairo e deportato su un aereo per Londra, città dove risiede. È accaduto al cineasta palestinese Said Zagha con passaporto giordano. Tutto comincia venerdì scorso quando arriva a Istanbul e gli viene negato di imbarcarsi su un volo della Turskish Airlines diretto a Hurghada in Egitto. Sabato il festival prenota a Zagha un posto su un aereo EgyptAir diretto al Cairo. Nonostante avesse i documenti in ordine, Zagha è fermato al posto di controllo dell’aeroporto cairota dove gli agenti di frontiera gli dicono che non può proseguire senza un «coordinamento speciale di sicurezza».
Privato della libertà, Zagha è rinchiuso nella struttura di detenzione dell’aeroporto per dodici ore fino a quando, il giorno dopo, è costretto a prendere un volo per Londra, scortato per tutto il viaggio da un colonnello e da un giovane assistente. Solo all’arrivo, e dopo avere dovuto anche mostrare il permesso di residenza inglese, gli viene restituito in passaporto.

SI TRATTA di un’altra, ennesima, violazione dei diritti compiuta dal regime di Al-Sisi, la conferma della pericolosità di recarsi in Egitto, dove si può essere arrestati senza avere commesso nessuna infrazione. In questo caso, solo perché si è palestinesi. «Un trattamento che l’Egitto riserva sistematicamente ai palestinesi», ha sottolineato Mohammad Bakri subito intervenuto su quanto accaduto. La solidarietà di Bakri a Zagha è arrivata immediata e comprende anche la sua rinuncia a prendere parte al festival di El Gouna, dove era atteso per ricevere un premio sulla sua straordinaria carriera di attore, cineasta e militante per la causa della Palestina.

DURISSIME le sue parole diffuse in un comunicato in arabo: «È più che mai urgente che ai palestinesi siano garantiti pieni diritti, come al resto del mondo. Non riguarda solo gli artisti palestinesi. Mi riferisco a tutti i palestinesi». A restrizioni dei diritti, sempre alla frontiera egiziana, specifica Bakri, negli anni passati erano stati sottoposti anche l’attore Ali Suliman e il direttore della fotografia Ehab Assal: «Entrambi hanno sofferto un calvario simile».
A El Gouna Said Zagha, che nel 2020 ha preso parte a Berlinale Talents, era atteso per presentare il progetto del suo nuovo film, Weedestine, un thriller ambientato in Cisgiordania e finanziato dalla Giordania. Zagha ha esordito come regista e sceneggiatore nel 2016 firmando il cortometraggio Five Boys and a Wheel, relazione tra un padre e un figlio, adattamento del racconto di Raymond Carver Bicycles, Muscles, Cigarettes. Il suo secondo cortometraggio Lovesick in the West Bank è in fase di post-produzione e, come il precedente, è interpretato dal citato Ali Suliman, attore di prima grandezza del cinema palestinese e non solo, dall’esordio in Chronicle of a Disappearance di Elia Suleiman al recente Farha di Darin J. Sallam.