Gli è andato male, a Hofer e all’internazionale di destra populista e razzista che tifava per lui, da Farage al presidente cecoslovacco Vaclaw Klaus , da Marine Le Pen a Viktor Orban, ai Salvini e Meloni, e alle destre estreme extraparlamentari mobilitate in massa in Austria sperando nell’«apriporta Norbert Hofer». «Con lui si cambierà rotta, l’islamizzazione dell’Austria e dell’intera Europa verrà fermata, potremo difendere la nostra patria» ci aveva detto venerdì a Vienna il capo di Die Identitaeren Erich Siller.

NON È ANDATA COSÌ, tutt’altro. Niente primo presidente di estrema destra in Europa. Hanno preso una sonora sberla sopra ogni previsione anche più ottimistica: il nuovo presidente della repubblica austriaco si chiama Alexander Van Der Bellen, primo presidente verde in Europa. I candidati dei partiti di governo socialdemocratico (Spoe) e popolare (Oevp) sono stati eliminati già al primo turno. Grandissimo è il sollievo anche a Ernsdorf, il paesino nella bassa Austria dove domenica mattina abbiamo visitato una famiglia di rifugiati afgani. Era stata espulsa in Croazia, poi tornata in Austria per l’impegno dei volontari «se vince Hofer non saremmo più in grado di difendere i richiedenti asilo che assistiamo, cominceranno ad espellerli in massa» ci hanno detto.

UN’ALTRA AUSTRIA, stavolta, ha prevalso con un segnale molto chiaro: non vi è stato il testa a tesa come al ballottaggio di maggio. L’ex capogruppo dei verdi ha vinto col 53, 3% dei voti, mentre Norbert Hofer si è fermato al 46%. Una distanza così grande già emersa alle prime proiezioni da risultare ormai non più attaccabile, senza alcuna necessità di dover più aspettare che si aprissero le discusse buste del voto postale: uno scarto del 6% tra i due candidati, al ballottaggio del maggio scorso l’ex professore di economia aveva vinto con un vantaggio del solo 0,6% determinato dai maggiori consensi arrivati dal voto postale. Così già mezzora dopo la chiusura dei seggi la Fpoe scioccata quanto incredula ha riconosciuto la propria sconfitta.
Oggi si è visto finalmente una foto coi ruoli invertiti dei due candidati : Hofer che non ha più l’eterno sorriso da vincente stampato in faccia si è dichiarato triste: «ma non sono arrabbiato, gli elettori hanno sempre ragione».

VINCERE I DUELLI TELEVISIVI manipolando la comunicazione non è bastato. Van der Bellen sorridente, finalmente disteso e visibilmente sollevato e pieno di energia. Non molto felice la speranza espressa per la vittoria del si in Italia da parte del nuovo presidente ad urne ancora aperte. In Austria dai media l’argomento è stato trattato unicamente alla luce di una minaccia di vittoria populista antieuropea alle porte se cade Renzi, quasi ci fosse un rischio Hofer o simile anche in Italia.

Non è servito alla Fpoe aver impugnato la vittoria di Van Der Bellen in maggio, e non vi è stato un effetto Brexit e Trump a favore della destra, semmai al contrario. Il timore di un avvento simile in Austria, che con Hofer rischiava di fare blocco comune con i paesi dell’est più nazionalisti. Fermare Hofer è stato infatti il motivo principale degli elettori austriaci per votare Alexander Van Der Bellen convinto europeista. L’ondata populista di destra non ha trovata conferma ma ha subito una prima battuta d’arresto.
Il voto ha evidenziato una forte differenza di genere delle scelte elettorali: così il 62% del donne ha votato per il candidato dei Verdi che è risultato vincente tra tutti i gruppi d’età dell’elettorato femminile. Hofer invece lo hanno scelto soltanto il 38% di donne. Al contrario dei maschi, il 56% ha votato Hofer, solo il 46% per Van der Bellen.

PER FASCE D’ETÀ, tra i giovani fino a 29 anni ha vinto nettamente Van der Bellen, che tra le donne di quell’età è arrivato al 69%. Gigantesca poi la diversità di orientamento politico secondo il grado di istruzione:

Tra i laureati non esiste quasi altro candidato dal presidente fortunatamente eletto: Lo hanno scelto l’83%, solo un 17% ha votato per Hofer che in effetti non aveva trovato neanche un solo sostenitore tra artisti, intellettuali, scrittori. In tutte le fasce di popolazione con scolarità bassa che non sono arrivate a sostenere la maturità ha vinto Hofer, in tutte le altre Van der Bellen.

Preoccupante il dato che emerge dal voto operaio e che abbiamo toccato con mano visitando le zone industriali in Stiria: l’85% dei lavoratori risulta aver dato il proprio voto a Norbert Hofer, solo un 15% ad Alexander Van der Bellen che nella sua campagna elettorale ha trascurato le fabbriche. In tutte le altre categorie se questi primi dati sono giusti, tra gli impiegati, dipendenti pubblici e pensionati ha vinto Van der Bellen. Pur essendo stato sostenuto da un ampio schieramento di forze – dalla maggioranza dei socialdemocratici dal cancelliere Christian Kern, dai Neos, da ex politici del partito popolare diviso su quale candidato schierarsi, e soprattutto nell’ultima fase di un comitato, e infine anche da un comitato di sindaci popolari di piccoli paesi- il peso maggiore della campagna elettorale è pesato sui Verdi bloccando qualunque altra attività politica loro. «Per i Verdi è una giornata storica, una cesura» ha detto la capogruppo parlamentare e segretaria dei Verdi Eva Glawischnig «le campagne di diffamazione verso di noi verso Van der Bellen non hanno pagato».

IL CAPOLUOGO PIÙ VERDE è stato Graz il 64,4% di voti per Van der Bellen, seguito da Vienna col 63,3% che in alcuni quartieri della capitale è arrivato intorno all’80%, in un seggio al 90%. Il migliore risultato di Hofer a Vienna lo ha raggiunto in un piccolo seggio di una zona abitato da molti poliziotti, un 77%.

Il voto di domenica è anche un chiaro no ad ogni ipotesi di uscita dell’Austria dall’Unione europea. La Fpoe che già ha presentato domanda in parlamento per un futuro referendum sull’argomento non è risultato credibile quando ha tentato di negarlo un giorno sì e l’altro anche. Anche il clima avvelenato anti migranti fomentato dalla Fpoe infine ha suscitato più paure che consensi.