Le associazioni ambientaliste esprimono da tempo preoccupazione per l’impatto delle opere previste per lo svolgimento dei giochi olimpici invernali. Radunate in un Tavolo Nazionale, di cui fanno parte Cai, Italia Nostra, Pronatura, Mountain Wilderness, Lipu, Touring Club Italiano, Wwf, da ormai due anni vigilano sulla sostenibilità ambientale e sociale dei lavori, nonché sulla loro trasparenza. Come spiega il coordinatore, Oscar del Barba del Cai Veneto, l’osservatorio si è relazionato con la Fondazione Milano-Cortina, che però si occupa «solo» dell’attività di organizzazione, promozione e comunicazione degli eventi sportivi e culturali legati alle olimpiadi, mentre la realizzazione delle opere connesse è appannaggio della società pubblica partecipata Infrastrutture Milano Cortina (Simco S.p.A.), costituitasi solo il 22 novembre 2021. «Già a inizio 2021 abbiamo indirizzato una lettera ai soggetti competenti», ovvero il Ministro per la Transizione Ecologica, quello delle Infrastrutture e mobilità sostenibile e alla sottosegretaria allo Sport, «chiedendo di valutare per tempo e con gli strumenti adeguati l’impatto complessivo dell’operazione». La risposta è arrivata dopo un anno con un incontro on-line a cui era stato delegato il viceministro Morelli, che non ha fornito risposte alle richieste di Valutazione Ambientale Strategica (Vas) a livello nazionale. Nel frattempo, con decreto ministeriale veniva nominato commissario straordinario Luigi Valerio Sant’Andrea, oggi amministratore delegato della Simco per accelerare la realizzazione di 9 importanti opere.

Ci sono tutti gli elementi per continuare ad essere preoccupati: tempi molto stretti, carenza di informazioni rispetto ai progetti, mancato raccordo fra le istituzioni locali e le figure incaricate dalle Amministrazioni centrali per la realizzazione delle opere. «Quello che temiamo è che con la scusa di recuperare l’evidente ritardo sulla tabella di marcia si arrivi al commissariamento straordinario degli interventi».

Per questo motivo il Tavolo ha deciso di rivolgersi con una lettera appoggiata anche da diversi enti locali direttamente al Comitato Olimpico Internazionale (Cio), il quale in una logica di sostenibilità aveva approvato un dossier di candidatura che presentava le infrastrutture già presenti in larga parte idonee per lo svolgimento dei giochi, senza quindi prevedere grandi opere aggiuntive. Tutto il contrario invece. Alcune delle opere previste non riusciranno nemmeno ad essere completate in tempo per la realizzazione dei Giochi, scrivono, diventati il pretesto per costruire impattanti infrastrutture. Nel mirino in particolare la nuova pista da bob di Cortina, il villaggio olimpico di Cortina, per il quale è stata scelta una sede idrogeologicamente non idonea, l’illuminazione e l’ampliamento della Pista Stelvio a Bormio, per potervi realizzare anche lo slalom speciale (non previsto nel programma), una scelta che costerebbe altri 12 mila mq di bosco.