«Emergenza femminista». L’hanno chiamata così le organizzatrici di una iniziativa che ieri sera ha preso forma in quasi 280 città spagnole (a cui si sono aggiunte Parigi, Lisbona e Buenos Aires). Le manifestazioni sono state organizzate al calar della notte espressamente: l’idea è prendere le strade quando queste diventano più insicure per la metà della popolazione. «Quest’estate è stata barbara, con dati di violenza di genere da brivido per uno stato che è dotato di leggi pioniere», hanno spiegato dall’organizzazione, che è partita il 6 agosto e in pochi giorni, in piena estate, si è diffusa a macchia d’olio. «Non capiamo come sia possibile la normalizzazione di questi dati e che nessuno faccia nulla. Di fronte alla barbarie, femminismo», spiegano.
Solo quest’anno, e fino a questa settimana, sono state 42 le donne uccise dai propri compagni in Spagna (l’anno scorso erano state 36 nello stesso lasso di tempo), 32 i minori rimasti orfani, tre bambini sono stati uccisi dai propri padri o partner delle proprie madri. Solo questa settimana, a meno di 48 ore una dall’altra, sono state uccise altre due donne. Lo scorso fine settimana era stato segnato dall’orrendo assassinio di un uomo che ha ucciso, oltre alla sua compagna, sua madre e sua sorella, il tutto davanti agli occhi atterriti dei due suoi figli, di 4 e 6 anni, quando la madre li stava portando a scuola. Solo una delle vittime di questo assassino entra nel conteggio (che si tiene dal 2003 e che conta già 1.017 donne uccise), ma fra le molte richieste dei collettivi femministi c’è anche quella di considerare tutte le vittime e non solo le partner o ex partner. «Difendiamo il diritto a vivere una vita libera dalla violenza maschilista», hanno detto le organizzatrici.
Per lo meno in Spagna nessun giornalista potrebbe andare in prime time sulla televisione pubblica a prendersi gioco di una sopravvissuta a un tentativo di omicidio, ridicolizzando questa terribile realtà. Ma c’è ancora molto, troppo da fare.
Proprio questa settimana il partito di ultra destra Vox è stato protagonista di un increscioso incidente, inaudito nella Spagna degli ultimi 20 anni: i consiglieri comunali di Madrid del partito fascista si sono rifiutati di unirsi al minuto di silenzio che regolarmente viene convocato in questi casi in tutti i comuni dove avviene un femminicidio.