Fedez la parola la usa: «Censura». Scrive su facebook: «A volere essere maliziosi puzza di censura» la lettera raccomandata che l’Ufficio italiano brevetti e marchi ha spedito all’avvocato del cantante, su carta intestata del Ministero dello sviluppo economico (nella cui «direzione generale per la lotta alla contraffazione» è inquadrato, e vedremo che la contraffazione ha un ruolo in questa storia). L’ufficio avanza obiezioni alla richiesta di Fedez di registrare come marchio il nome del suo ultimo disco – Pop-Hoolista – e l’immagine della copertina. Dei tre motivi per i quali, in base al codice della proprietà industriale, si può rifiutare la registrazione – marchio contrario alla legge, all’ordine pubblico e al buon costume – si richiamano gli ultimi due. Per il rapper è un assist facile. Si fa riprendere con il suo avvocato mentre se la ridono del ministero. «Una bellissima notizia, grazie ministro dello sviluppo economico (è una ministra, Federica Guidi, ndr) si vede che hai molto da fare, complimenti, quindi siamo ufficialmente fuorilegge».

Non è la prima volta che Fedez incrocia i politici, e ci si scontra. L’anno scorso ha composto l’inno ufficiale del Movimento 5 Stelle, Non sono partito, dichiarando il suo appoggio ai grillini. Subito dopo qualche solerte rappresentante del Pd chiese di escluderlo come giudice di X Factor, invocando una qualche par condicio nella giuria. I riferimenti alla politica sono frequenti nei testi di Fedez e nei suoi concerti, ed è arcinota la stizza con cui lo tratta Maurizio Gasparri, che un giorno lo chiamò «coso dipinto» (i tatuaggi), regalando uno slogan per il lancio della nuova edizione del disco («cosodipinto edition»). Ieri il video di Fedez con l’avvocato è diventato subito assai popolare, l’hashtag lanciato su twitter #hocompratounalbumillegale altrettanto.
L’album la cui copertina il cantante intende registrare come marchio è quattro volte disco di platino, il che significa che ha venduto 200mila copie. Quell’immagine la conoscono in tanti. C’è un unicorno rampante (ma il corno è un cono gelato) montato da un poliziotto con frustino. Il cavallo ha la criniera e la coda arcobaleno, in terra c’è Fedez che vomita lo stesso arcobaleno. Il poliziotto sarebbe contrario all’ordine pubblico. Il vomito al buon costume.

L’avvocato Cristiano Magaletti annuncia che si opporrà alla decisione dell’ufficio brevetti. Ma chiarisce la portata della vicenda. «Abbiamo chiesto la registrazione del marchio per tutelarci dalla vendita abusiva di magliette e altro merchandising contraffatto. In attesa di registrazione, il marchio era già coperto e io stesso ho chiamato la Guardia di Finanza e ottenuto il sequestro di diverso materiale in occasione dei concerti di Fedez a Verona e Modena». La questione dunque ha più a che fare con il copyright e la tutela degli interessi del cantante che con la libertà di espressione. Ma l’avvocato non è d’accordo. «Trattandosi della stessa immagine della copertina del disco, il rischio che un pm intervenga per fermare la vendita di materiale contrario all’ordine pubblico esiste».
Nel frattempo il ministero dello sviluppo si è spiegato. «Ovviamente non abbiamo alcuna competenza sugli album musicali. Il problema si è posto perché per la prima volta un cantante ha chiesto di registrare un marchio con il nome dello stesso album. I contenuti del marchio, ed in particolare l’immagine di un poliziotto che sembra picchiare un personaggio che sta vomitando, sono sembrati all’Ufficio italiano dei marchi e dei brevetti come non rispondenti alla normativa che regola la tutela dei brand». «Assurdo», la contro replica dell’avvocato Magaletti. «Mi risulta che siano state accolte le richieste di registrazione anche di marchi con la parola “Il duce”». Un rapido controllo nella banca data online prova che ha ragione.