Nel braccio di ferro che da una settimana contrappone la Regione Piemonte al governo nazionale, il primo round se l’è aggiudicato la Giunta guidata dal governatore forzista Alberto Cirio. Mercoledì 9 settembre era stata emanata un’ordinanza che imponeva alle scuole di ogni ordine e grado la misurazione della febbre per tutti gli studenti prima dell’inizio dell’attività didattica. All’atto della pubblicazione delle linee guida la Regione Piemonte, però, aveva specificato che tale obbligo era in capo alle famiglie e che solo dopo la verifica della mancanza di autocertificazione dei genitori (su diari, registri elettronici e moduli appositi) la misurazione sarebbe stata a carico della scuola.

La ministra Lucia Azzolina insieme al suo omologo Roberto Speranza avevano deciso di impugnare l’ordinanza perché ritenuta in contrasto che le direttive nazionali prodotte dai due dicasteri e dal Comitato tecnico scientifico. Ieri però la doccia fredda: il Tar del Piemonte ha respinto la richiesta di sospensiva d’urgenza del governo fissando per il prossimo 14 ottobre la camera di consiglio collegiale. Per mano del presidente Vincenzo Salomone il Tar nelle 11 pagine che motivano il diniego della sospensiva sostiene che «il decreto presidenziale regionale impugnato non trasferisce l’incombenza e la responsabilità della misurazione della temperatura sugli istituti scolastici e non sovverte l’impianto del dpcm in quanto – fermo restando l’obbligo delle famiglie di procedere alla misurazione della temperatura degli studenti prima di avviarli a scuola, la Regione si è limitata a dettare disposizioni che assicurano l’effettivo adempimento di tale obbligo, responsabilizzando le famiglie stesse».

«Conseguentemente», continua il Tar, «il rilievo della temperatura rappresenta una misura in grado di ridurre la circolazione delle infezioni». Il presidente Cirio incassa la vittoria dichiarandosi «felice, prima di tutto perché la nostra scelta punta a garantire più sicurezza per i cittadini, introducendo un livello di controllo in più per tutelare la salute di bambini e ragazzi, del personale scolastico e dei nonni, che rappresentano non solo uno degli affetti più cari, ma anche un aiuto quotidiano prezioso per ogni famiglia italiana e che sono purtroppo tra i soggetti più vulnerabili di fronte alla pandemia». «Sono dispiaciuto che la scelta del governo sia stata quella di entrare in netto contrasto con il Piemonte, invece che considerarlo un esempio» conclude il governatore. La ministra Azzolina, interpellata in merito, non ha voluto invece rilasciare dichiarazioni.